I consigli per essere un bravo “terzo genitore”

Quando si ama una persona con figli nati da una precedente unione si può diventare figura importante nella loro crescita

Che cosa si intende quando si parla di “terzo genitore”?. Oggi non esiste più un unico modello di famiglia. Esistono tante forme e tante storie che danno modo di creare modelli diversi di famiglia.  La figura del terzo genitore è quella figura che amando una persona che ha già dei figli avuti da una precedente unione, decide di amare anche i suoi figli e di pensarli e viverli nella propria vita, tenendo conto di tutte le dinamiche che ogni storia si porta dietro.
Non è una decisione facile per i genitori pensare di introdurre una nuova figura nella vita dei figli, ma non lo è neppure per il “terzo genitore”. Si può diventare il terzo genitore vivendo la relazione con i bambini in tempi e modalità decise dai genitori in sede di separazione. La mamma e il papà ci sono sempre, con modalità diverse, ma presenti. È consigliato che il terzo genitore non vada in competizione con l’altra rispettiva figura genitoriale. Questo porterebbe solo tensione fra gli adulti che quindi cadrebbero poi a cascata sui bambini. Deve seguire la linea pedagogica decisa dai genitori (e che continuerà ad essere decisa sempre dai genitori come per ogni decisione che riguarderà la vita dei bambini) e non far percepire ai bambini il non essere d’accordo o il “non apprezzare” l’altra figura genitoriale.
Ci sono famiglie che si creano a seguito della morte dei uno dei due genitori. L’assenza del genitore deceduto è solamente fisica. La sua presenza c’è e ci sarà sempre nella quotidianità e nei racconti dei bambini. Il terzo genitore deve saper accogliere e raccogliere le emozioni che i bambini, ma anche il coniuge, si sentiranno di poter portare nella loro relazione. Non bisogna pensare di non parlarne o di evitare il discorso se il bambino ne ha la necessità.
Il terzo genitore può essere anche una figura che si trova a vivere con figli non riconosciuti dal genitore biologico e che non ha ancora legalmente adottato. Può essere che i bambini chiedano chi li ha messi al mondo e questa figura c’è, anche se non fisicamente e legalmente.  In questi esempi di famiglie non ci sono solamente adulti coinvolti che “provano” a vedere se la relazione funziona o meno.  Ci sono anche i bambini che “subiscono” (come sempre) decisioni del mondo degli adulti. Il terzo genitore decide di assumersi un ruolo genitoriale nei confronti dei figli presenti pur non essendo il genitore.
E ci saranno altri mille esempi di famiglie “allargate”. I consigli che ci sentiamo di offrire è quello di pensare che, nei pochi esempi citati per esempio, c’è sempre la presenza di bambini, bambini che stanno vivendo forme diverse di lutto che hanno bisogno di rielaborare. Per la rielaborazione di una separazione, di un lutto ci vuole tempo, pazienza e dedizione.  Anche nei casi di divorzi, è sempre bene non imporre da subito la presenza del “terzo genitore”, ma gradualmente e quando entrambe le parti genitoriali sono d’accordo nell’introdurre una nuova figura nella vita dei bambini. Stesso pensiero deve essere posto anche nella decisione di avere nuovi figli.
In tutti i casi ci sono da creare nuovi equilibri, fatti da sensibilità, da bisogni sempre diversi e che continuano a modificarsi.  In molti casi può essere utile il farsi guidare, il farsi consigliare da professionisti che avendo un occhio esterno da queste dinamiche possono offrire interessanti spunti o orienta al servizio più adeguato (es. gruppi di parola per i bambini di genitori separati) al fine di trovare un equilibrio il più possibile stabile, dove tutti, adulti e bambini coinvolti, possano trovare il proprio posto e il proprio ruolo all’interno di queste grandi famiglie.
Per informazioni  è disponibile il servizio di consulenza del CEFAM – Centro Europeo Formazione e Accoglienza Minori. Il CEFAM si può contattare telefonicamente, allo 3400088431, oppure scrivendo all’indirizzo mail cefam@fondazioneaibi.it.
Valentina Bresciani
Responsabile pedagogico strutture di accoglienza – AIBC  Cooperativa Sociale