Un nuovo fenomeno. Perché le risse tra i giovani in tempo di lockdown?

Di chi è la responsabilità? Della società? Della famiglia? Dei social? Del COVID?

Perché i giovanissimi sono così sedotti dai modelli violenti e trasgressivi? Perché in particolar modo in questo periodo storico di forzati lockdown si sente sempre più spesso parlare di risse organizzate o comportamenti violenti a cui prendono parte tanti ragazzi?

Di chi è la colpa? Della società? Della famiglia? Dei social?

Di “genitori in difficoltà, assenti, distratti, indulgenti, assorbiti da se stessi e dalla propria instabilità, che non danno sicurezza e certezza affettiva, che non si sforzano di stabilire confini e limiti ai loro figli e di farli rispettare – parla la Gazzetta del Mezzogiorno in un articolo – Per tranquillizzare i bambini, viene dato loro quello che vogliono, ma non quello di cui hanno bisogno. Quando non ottengono ciò che vogliono, questi minori fanno le bizze, vanno su tutte le furie e il genitore cede”.

I giovani in balia di “eroi negativi”

Ma anche di “eroi negativi” che hanno preso il posto di mamma e papà come modelli da imitare, parla il quotidiano: “Non c’è da meravigliarsi se la permissività dei genitori sull’utilizzo dei device, abbia isolato ulteriormente i loro figli, rendendo i ragazzi sempre più sotto scacco di influencer ed eroi negativi –  che i giovani di oggi, privi di solidi punti di riferimento hanno trasformato in – “personaggi vincenti. Sono giovani che, pur di raccimolare qualche like in più sui social, sono disposti a tutto. Anche ad infrangere le regole e il codice penale”.

Tutto per loro si trasforma in un gioco, in una sfida. Ma noi adulti non possiamo rimanere fermi a guardare. “E’ giunto il momento di proporre modelli educativi più rigidi – propone la Gazzetta del Mezzogiorno – con intelligenza e amore, ma fissando anche, precisi limiti che non possono e non devono essere violati senza conseguenze. In fondo ogni progetto educativo, comporta dei si, ma anche dei no”.