Un problema per i neo-educatori: la mancanza di corsi di formazione post-laurea

Milani: “Né il corso di laurea per assistenti sociali, né quello in scienze della formazione, prevedono una preparazione specifica per operare nell’area della protezione e della tutela dei minori”…

Quanto è importante la formazione per gli operatori sociali?

È fondamentale. Eppure ancora oggi scarseggiano nel nostro Paese i percorsi di specializzazione ed approfondimento per una figura che assume su di essa un ruolo particolarmente delicato.

Da un articolo pubblicato su Avvenire, si apprende come già ad aprile dello scorso anno, a seguito del riavvio dell’Osservatorio nazionale infanzia ed adolescenza, un gruppo di lavoro si era concentrato sull’ambizioso progetto di “implementare le Linee di indirizzo del Ministero del lavoro sull’affidamento familiare (2012), l’accoglienza in comunità e l’intervento con bambini e famiglie in situazione di vulnerabilità (2017) per arrivare a una legge quadro su tutta la materia”. In tale occasione non era stato tralasciato di prendere in esame anche l’aspetto della formazione degli operatori.

Oggi un assistente sociale, dopo la laurea triennale, viene abilitato alla professione per l’incarico “junior”, mentre per accedere alle funzioni di “coordinatore” serve la specialistica”  riportava il quotidiano. “Eppure – sottolineava in un intervista la dottoressa Paola Milani, docente di pedagogia all’Università di Padova- né il corso di laurea per assistenti sociali, né quello in scienze della formazione, prevedono una preparazione specifica per operare nell’area della protezione e della tutela dei minori e, nello specifico, all’interno delle comunità d’accoglienza, con il risultato che in tante strutture operano come educatori anche laureati in psicologia e sociologia che non possono avere, evidentemente, competenze adeguate”.

 L’importanza della formazione

 Anche per permettere agli operatori del sociale di approfondire la propria formazione nelle tematiche legate all’adozione, all’affido familiare, alla tutela in ambito minorile e alle relazioni familiari, è nato FARIS – Family Relationship International School,  centro d’eccellenza dove l’esperienza di oltre 30 anni maturata sui temi dell’ adozione, dell’ affido familiare e della gestione dell’accoglienza sono stati messi a disposizione delle famiglie, degli operatori del sociale, delle aziende e della comunità.

 I corsi di Faris per professioni del sociale si rivolgono a studenti universitari in scienze sociali (es. Scienze dell’Educazione, Servizio sociale e Psicologia) e operatori del settore (educatori, assistenti sociali, psicologi e insegnanti).

Il prossimo webinar in partenza il 19 maggio, sulla piattaforma zoom approfondirà il tema delle buone pratiche di affido familiare di minori stranieri non accompagnati e sarà rivolto a tutti gli operatori coinvolti in percorsi di accoglienza di misna.

Il flusso migratorio è talmente dinamico da richiedere spesso aggiornamenti in merito a quanti minori non accompagnati siano presenti sul territorio italiano e quali siano i Paesi di provenienza ad oggi.

Nonostante la Legge 47/2017 detta “Legge Zampa”, indichi la famiglia, come scelta prioritaria di collocamento, allo stato attuale la maggior parte dei minori è collocata in strutture comunitarie.

In effetti l’affido di minori stranieri ha un certo grado di complessità ma le storie di accoglienza in famiglia sottolineano come le buone prassi possano aiutare nel successo di questo percorso.

Il corso gratuito, sarà tenuto dal  Dott. Diego Moretti, pedagogista, formatore e responsabile didattico del Family Relationship International School oltre che dell’area minori di AIBC SCS.

L’incontro si terrà dalle 17 alle 19 in modalità webinar attraverso la piattaforma zoom.

Per maggiori informazioni:

https://www.fondazioneaibi.it/faris/prodotto/affido-familiare-minori-stranieri-non-accompagnati/