Se nostro figlio balbetta dobbiamo completare le sue frasi?

Buongiorno,

sono la mamma di un bambino di sette anni. Nostro figlio, purtroppo, balbetta sempre più di frequente. Sono molto preoccupata. Spesso io e mio marito, per aiutarlo, ci troviamo a completare le sue frasi, ma temo che questo possa non essere un comportamento corretto da parte nostra.

Si tratta di una situazione passeggera? Cosa possiamo fare?

Carla

Cara Carla,

Le rispondiamo con quanto dichiarato, in una recente intervista per il magazine Elle, dalla dottoressa Tiziana Rossetto, logopedista e presidente della FLI – Federazione Logopedisti Italiani, nonché responsabile del progetto per le linee guida della stessa FLI:L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la balbuzie come un disordine del ritmo della parola nel quale la persona sa esattamente quello che deve dire ma nello stesso tempo non è in grado di dirlo a causa di arresti, bocchi, prolungamenti di un suono che hanno caratteristiche di involontarie. Può esistere anche la balbuzie psicogena quale forma secondarie di balbuzie ad esordio tardivo che insorge dopo forti stress, ma tendenzialmente è un disturbo che si presenta da piccoli. Il 95 per cento dei bambini con balbuzie manifesta il disturbo entro i 48 mesi.(…) Se ci si trova davanti all’evidenza di una disabilità comunicativo-linguistica, è bene iniziare ad approfondire, parlandone prima di tutto con il pediatra, che consiglierà ai genitori di rivolgersi a un’équipe multidisciplinare fatta di neuropsichiatri infantili, logopedisti, psicologi dell’età evolutiva che si occupa della diagnosi multidimensionale e della terapia. L’intervento precoce è fondamentale per recuperare una buona fluenza verbale. Un aspetto non banale visto che la balbuzie può creare molte difficoltà anche a livello emotivo e psicologico, esponendo molti ragazzi con queste problematiche a essere vittime di bullismo”.

Inoltre, “il coinvolgimento della famiglia è fondamentale per aiutare il bambino a raggiungere ottimi risultati: la famiglia è una risorsa importante e con essa va fatto un vero e proprio counseling sugli aspetti comunicativi, sui comportamenti che favoriscono la fluenza e su quelli che la ostacolano”.

Nostro figlio balbetta. Completare le sue frasi? Meglio di no…

Relativamente alla sua domanda specifica, “uno dei consigli principali è di non finire le sue frasi, non rivolgersi a lui con un linguaggio troppo veloce, e porre attenzione a non spostare il nostro sguardo quando il piccolo si confonde o balbetta, ma guardarlo con serenità mentre ci parla e facendo più attenzione su cosa ci dice e non su come lo dice. Da evitare, poi, tutte quelle situazioni che possono aumentare lo stress legato allo stile di vita, ricordando sempre di dedicare almeno 15-20 minuti al giorno al bambino: un tempo speciale durante il quale poniamo tutta la nostra attenzione su di lui, facendoci raccontare cosa ha fatto durante la giornata, interessandoci al bambino con un atteggiamento gratificante e che può dargli più sicurezza non solo al livello emotivo, ma anche sul piano linguistico”.

Insomma, la famiglia è la prima “palestra” di comunicazione per i bambini e deve essere vissuta con serenità. Oltre al completare le frasi, si sconsigliano frasi come “parla lentamente” o “stai tranquillo, rilassati”, poiché aumentano la frustrazione del piccolo. Piuttosto bisogna realizzare in casa un ambiente non competitivo, rassicurante, calmo e collaborativo. Fondamentale sarà far capire a suo figlio che lo accettate anche con la sua balbuzie: questo lo aiuterà a sentirsi più sicuro di sé e non potrà che avere effetti positivi.

Per approfondire l’argomento è possibile contattare il CEFAM – Centro Europeo Formazione Accoglienza Minori telefonando allo 3400088431 oppure scrivendo all’indirizzo mail cefam@coopaibc.it per fissare un incontro.