Disabilità infantile. L’indagine: “Come cambia la vita in famiglia?”

Un’indagine ha esplorato l’impatto che un figlio disabile può avere sui vari aspetti della vita familiare: salute, lavoro, scuola, tempo libero, futuro

La disabilità di un figlio è una sfida che coinvolge tutta la famiglia, a livello emotivo, economico, sociale e organizzativo.
Ma quanto pesa questa sfida sul benessere dei genitori, dei fratelli e delle sorelle, sul lavoro, sulla salute, sulla scuola, sul tempo libero e sul futuro?
In un approfondimento di sul portale Vita.it viene presentata la ricerca di Fondazione Paideia e BVA Doxa che tenta di dare una risposta a queste domande, confrontando le esperienze e i bisogni delle famiglie con bambini e ragazzi con disabilità con il resto delle famiglie italiane.

L’indagine

La ricerca, presentata nell’ambito di Inclusì, un festival dedicato all’inclusione, ai bambini con disabilità e a chi si cura di loro in corso a Torino in occasione dei 30 anni di Paideia, ha coinvolto 988 famiglie con figli minori, di cui 295 con figli con disabilità. Il questionario ha indagato sette aree tematiche: rete e percezione di aiuto, scuola, servizi socio-sanitari, informazioni, tempo libero, lavoro, futuro dei figli.

Rete e percezione di aiuto

Il 63% dei genitori di bambini con disabilità si sente supportato da nonni, amici o altre persone nella gestione delle attività quotidiane, ma le madri si sentono meno supportate (24%) dei padri (41%). Il 36% delle madri si dichiara poco o per nulla soddisfatta del proprio benessere in quanto genitori, rispetto al 16% dei padri. Il 14% dei genitori ritiene che i fratelli o le sorelle dei bambini con disabilità abbiano un livello di benessere poco o per nulla soddisfacente.

Scuola

Il 77% delle famiglie senza figli con disabilità ritiene che la presenza di bambini con disabilità in classe condizioni positivamente le attività scolastiche, perché favorisce nuove forme di apprendimento o migliora il clima. Tuttavia, il 31% dei genitori di bambini con disabilità ritiene che la scuola aiuti poco o nulla il figlio a sviluppare una maggiore autonomia e il 26% ritiene che la scuola aiuti poco o nulla nella socializzazione.

Servizi socio-sanitari

L’81% dei genitori di bambini con disabilità ha acquistato prestazioni sanitarie private per i propri figli nell’ultimo anno, contro il 60% delle famiglie senza figli con disabilità. Tra i primi, il 27% ha speso più di 2mila euro, contro il 2% delle famiglie del secondo campione.
Informazioni: il 59% dei genitori di bambini con disabilità ritiene difficile reperire informazioni sulle risorse del territorio e l’impiego del tempo libero per i propri figli, contro il 35% delle famiglie senza figli con disabilità.

Tempo libero e vacanza

Il 36% delle famiglie con bambini con disabilità dichiara di non avere mai occasioni di svago e tempo libero come adulti, senza bambini, contro il 24% delle famiglie senza figli con disabilità. Il 9% delle famiglie con bambini con disabilità dichiara di non usufruire mai di occasioni di vacanza come famiglia, lo stesso dato che riguarda le famiglie senza figli con disabilità.

Lavoro

Il 64% delle madri e il 38% dei padri di bambini con disabilità ha chiesto la riduzione dell’orario di lavoro da quando è diventato genitore, contro il 42% delle madri e il 19% dei padri che non hanno figli con disabilità. Il 34% dei genitori di bambini con disabilità dichiara che l’essere genitore ha condizionato moltissimo i possibili avanzamenti di carriera, contro il 17% delle famiglie senza figli con disabilità. Il 50% dei genitori di bambini con disabilità ha vissuto un’esperienza di discriminazione sul luogo di lavoro, contro il 40% delle famiglie senza figli con disabilità.

Futuro dei figli

Il 61% delle famiglie con bambini con disabilità si dichiara molto preoccupato per il futuro dei figli, rispetto al 38% delle famiglie senza figli con disabilità. Le preoccupazioni maggiori riguardano la capacità dei figli di sopravvivere ai genitori, anche quando questi non ci saranno più (50%), la salute (20%), le relazioni amicali e sentimentali (11%), il lavoro (7%) e l’indipendenza economica dai genitori (7%).