La quota di coloro che non studiano e non lavorano (i NEET) tra i giovani di 15-29 anni rimane alta e ritorna a crescere, dopo alcuni anni di diminuzioni, fino a interessare il 23,9% dei giovani nel secondo trimestre 2020
Si chiamano NEET, acronimo delle iniziali delle parole inglesi Neither in Employment nor in Education or Training, sono i giovani che non studiano, non lavorano e non seguono percorsi di formazione e che spesso, come spiega Unicef, vivono in condizioni di disagio.
Secondo l’ultimo rapporto BES (Benessere equo e sostenibile) pubblicato dall’ISTAT nel 2021: “La quota di coloro che non studiano e non lavorano (i NEET) tra i giovani di 15-29 anni rimane alta e ritorna a crescere, dopo alcuni anni di diminuzioni, fino a interessare il 23,9% di giovani nel secondo trimestre 2020 (era il 21,2% nel secondo trimestre del 2019)”.
“In Campania – sottolinea il Riformista, prendendo spunto dall’indagine- un ragazzo su tre fa parte di questa categoria. Il rapporto tra i 15 e i 29 anni è del 33% in Campania, ben 10 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale.
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“La Campania – continua il web magazine– è la terza regione per numero di ragazzi che lasciano prematuramente gli studi, con un tasso di abbandono del 19,1 per cento contro una media nazionale del 14. E, secondo gli ultimi dati disponibili, la percentuale scende al 17 se si considerano i giovani tra 18 e 24 anni. In alcune zone periferiche della Regione, ma anche di Napoli, la quota degli allievi che dicono addio ai professori sale addirittura al 25”.