Adolescenti dipendenti dallo smartphone. Cosa sono le black phone box?

Buongiorno, mi chiamo Milena e ho iniziato da poco a seguire le vostre notizie in tema di educazione familiare. Sono mamma di due figli di 15 e 12 anni dipendenti dallo smartphone e ho deciso di scrivervi per chiedervi un consiglio.

Nell’ultimo periodo io e mio marito ci arrabbiamo spesso con i nostri figli adolescenti durante il momento della cena perché ognuno di loro continua ad usare il proprio telefonino. Non nego che anche noi diamo ogni tanto uno sguardo a messaggi in arrivo, ma da qualche giorno facciamo più attenzione a questa cosa e viviamo una sensazione di dispiacere.

Ho sentito parlare delle black phone box. Di cosa si tratta? Possono essere utili a modificare questa situazione?

Gentilissima Milena, è innegabile che il quadro da lei descritto accomuni tante famiglie italiane; se fino al secolo scorso era la TV ad essere messa in discussione come strumento disgregativo e diseducativo della famiglia, oggi sono gli smartphone a rendere dipendenti, soprattutto gli adolescenti, e a frammentare ulteriormente ogni possibile argomento di discussione. Eh si, perché prima almeno tutti guardavano ed ascoltavano la stessa cosa, e qualche commento poteva anche suscitare una “buona comunicazione”. Con i cellulari, ognuno guarda il suo e la comunicazione tende ad azzerarsi.

Il nostro obiettivo è tornare a vivere in maniera sana un momento tipicamente familiare come quello della cena dopo una giornata dove ognuno presumibilmente ha vissuto nei suoi ambiti (scuola, lavoro, casa..). Come fare? E’ innanzitutto fondamentale essere convinti che (ri)trovarsi a cena è il momento più bello della giornata. Se voi genitori ne siete convinti, è bene che lo dichiariate ai vostri figli, chiedendo il rispetto di alcune regole. Sarebbe opportuno che ogni componente della famiglia avesse un ruolo nella preparazione di questo momento: chi apparecchia la tavola? Chi cucina? Chi sparecchia? Chi lava i piatti? Dividersi questi “compiti” fa si che ognuno si senta responsabile della bellezza del momento. Se è sempre la mamma che cucina, si potrebbe provare a coinvolgere a turno i figli; il papà potrebbe magari stupire tutti una sera con la preparazione del suo piatto forte! Quando è pronto, tutti a tavola!

Adolescenti dipendenti dallo smartphone: quella scatola… provvidenziale

In alcuni casi mi è capitato di dare come suggerimento l’istituzione di una scatola dove ognuno ripone il proprio cellulare silenziato. Nelle situazioni di dipendenza da cellulare è bene porselo come rito. Anche alcuni ristoranti, riconoscendo importante il momento del pasto e la comunicazione fra commensali, hanno istituito le cosiddette black phone box. A seconda dell’età dei propri figli, questi contenitori possono assumere simpaticamente forme diverse, aiutando ad accettare questa disconnessione temporanea.

Ora non resta che decidere che cosa fare durante il pasto; l’ideale sarebbe che ognuno dica qualcosa della sua giornata ma a volte non siamo propensi a raccontare, anche per motivi caratteriali. In questo caso, i genitori sono chiamati in prima persona a creare argomenti di discussione il più possibile interessanti per i propri figli. Magari non parliamo di scuola – a volte è un tasto dolente! Proviamo a raccontare come è andata la nostra giornata, sottolineando qualche episodio curioso. Inizialmente magari i vostri figli sbufferanno… ma vi garantisco che dopo una settimana noterete qualche piccola differenza. Il buon esempio non dà quasi mai risultati immediati ma è il punto di partenza dal quale nessuno può esimersi.

Per ulteriori approfondimenti, mi contatti pure allo 3400088431 o scriva una mail a cefam@coopaibc.it.

Diego Moretti

Pedagogista di AIBC cooperativa sociale e responsabile d’area per i Servizi di sostegno alla famiglia offerti dal CEFAM – Centro Europeo Formazione Accoglienza Minori