Pianti improvvisi, sveglie notturne che non c’erano mai state… Ogni bambino manifesta delle “regressioni” che i genitori faticano a capire. Comprenderle significa aiutare i bambini a crescere
Quante volte, davanti a un pianto improvviso dei figli, i genitori sospirano allargando le braccia e pensando: “Se riuscissero a spiegarsi…”. Succede con i bambini molto piccoli, che ancora non hanno imparato a parlare, ma anche con quelli un po’ più grandi, che comunque ancora non sanno tradurre in parole sensazioni ed emozioni.
Ecco perché imparare a dare una spiegazione a tutti i comportamenti dei bambini è importante, per la tranquillità dei genitori, certo, ma anche per sostenere meglio i bambini stessi nel loro percorso di crescita.
Ogni comportamento è espressione di un bisogno
In questo senso sono molto significativi gli studi del professor T. Berry Brazelton, pediatra e psichiatra infantile partito dal presupposto che ogni comportamento del bambino è l’espressione di un bisogno.
Come riporta un articolo del sito Nostro Figlio, se il figlio inizia a svegliarsi di notte, mentre prima non l’aveva fatto, o se ha delle crisi di pianto improvvise… Non è il caso di farsi prendere al panico, perché ogni fase di sviluppo porta con sé dei momenti critici che influiscono sui comportamenti dei bambini e che sono simbolo proprio del suo sforzo di acquisire una nuova competenza. “È proprio nella fase di disorganizzazione del comportamento che avviene un ‘balzo in avanti’ nello sviluppo – riporta l’articolo.
L’approccio genitoriale corretto, allora, è quello di lasciare ai bambini il loro tempo di apprendimento, fidandosi di loro, senza cedere al panico e consapevoli che è proprio in quel momento che avviene lo sviluppo di nuove abilità psicologiche, logiche e cognitive.
Accettare quelli che sono i tempi del bambino
Nella definizione di Brazelton, questi momenti che capitano durante la crescita dei bambini sono dei “Touchpoints”, che portano con sé disorganizzazioni comportamentali e possibili regressioni.
Ma si tratta di regressioni solo apparenti, perché passato il periodo in cui il bambino, di volta in volta, potrà mostrare il suo disagio dormendo meno, rifiutando il cibo, richiedendo maggiore attenzione e vicinanza… tornerà a comportarsi come prima e, anzi, ben presto manifesterà di aver ottenuto nuove abilità.
È importante capire questo per rafforzare la consapevolezza che ogni bambino ha i suoi tempi e che le conquiste si ottengono passo dopo passo, senza forzature e senza “incomprensioni”. E se ogni tanto quei “passi” sembrano procedere all’indietro, si tratta solo di un passaggio necessario, fisiologico sulla strada dello sviluppo.
È una consapevolezza, questa, presupposto per una relazione serena tra genitori e figli, in cui il dialogo si costruisca tanto sulle emozioni quanto su atteggiamenti concreti. Sempre, naturalmente, guidati dall’amore. Quell’amore che fa accettare i figli per quello che sono, con i loro tempi, le loro paure e la loro necessità di avere una famiglia da cui sentirsi compresi e accettati. In tutti i loro bisogni.