Una struttura di accoglienza in provincia di Cremona per giovani sia italiani che stranieri
Per intitolare Casa Pinocchio, la struttura della Cooperativa Sociale AIBC in provincia di Cremona, l’ispirazione è venuta dal mondo delle favole. Ma anche da quello della musica: per la precisione dal musical dei Pooh ispirato al personaggio di Collodi. Il motivo è presto detto: Pinocchio, da burattino in legno coinvolto in mille disavventure, diviene un adulto in carne e ossa, autonomo e responsabile, e prende così per mano Mastro Geppetto, riconoscendone il ruolo di padre. “E il nostro scopo – spiega Diego Moretti, responsabile del progetto – è proprio quello di educare adolescenti fragili e metterli in grado di spiccare il volo”.
Nata a marzo 2016, la struttura è stata progettata con l`obiettivo di supportare i giovani ospiti tramite l`accoglienza temporanea, nell`attesa di ritrovare una famiglia, ma allo stesso tempo è anche una comunità educativa nata per rispondere alla forte necessità di strutture per MISNA (Minori stranieri non accompagnati), specializzata però nell`accoglienza di ragazzi anche italiani. Una realtà, Casa Pinocchio, che può accogliere fino a otto minori, dai 15 anni in su. L’età media degli ospiti è di circa 17 anni.
“Le storie che abbiamo vissuto in questi anni – racconta ancora Diego Moretti – sono molto belle proprio perché i ragazzi sono per metà italiani e per metà stranieri. I vantaggi sono reciproci, non si è mai notata una difficoltà di relazioni. Al contrario si è creata una vera fratellanza. All`inizio abbiamo ‘scommesso’ su questa possibilità, ma i fatti ci hanno dato ragione: la condivisione e l`arricchimento reciproco tra i ragazzi della struttura riesce a prevalere sulle differenze culturali”.
L’obiettivo è anche quello di scovare i “talenti nascosti” dei ragazzi ospiti. “Occorre trovare in ciascuno il lato positivo – spiega ancora Moretti – e puntare su quella cosa. Faccio un esempio: qualche anno fa c`è stato un ragazzo che per scherzo tagliava i capelli agli altri. L`abbiamo notato e avviato con successo al lavoro di parrucchiere. Anche il substrato territoriale però deve essere fertile. Solo un territorio accogliente può dare opportunità e produrre ricchezza. Fondamentale è la collaborazione con le altre agenzie formative del territorio, come ad esempio le società sportive, che permettono ai nostri operatori di elaborare progetti individualizzati per gli ospiti della struttura”.
I risultati di Casa Pinocchio, fino ad ora, sono stati confortanti: la maggior parte dei ragazzi ha ottenuto la licenza media e iniziato un percorso scolastico professionale. “Ma il 51% di tutto il lavoro viene fuori solo dopo, alla fine, ed è essenziale per la riuscita. Si tratta della volontà del ragazzo, a cui va lasciata sempre la libertà di costruirsi da sé e la dignità di sapere che il successo è tutto merito suo“, conclude Moretti.