“Un allenatore che rivaluta determina un migliore clima di squadra, con emozioni positive quali fiducia, motivazione e comunicazione”.
Ci sono alcuni giorni che mantenere la calma è davvero complicato. Tra lo stress del lavoro e questa pandemia che ha stravolto le nostre abitudini di vita, mantenere la calma in famiglia, quando i bambini fanno “i bambini”, con qualche capriccio in più o magari richiedendo la nostra attenzione nel gioco mentre dobbiamo ultimare quell’incombenza così urgente, non è facile…
Una buona soluzione la offre il web magazine Universo Mamma che riporta i consigli che Emma Seppala, Direttore scientifico del Centro di ricerca su compassione e altruismo alla Stanford University, e autrice del libro bestseller “Il percorso per la felicità”, fornisce su Psychologytoday.
In sostanza nei momenti “critici” in famiglia dobbiamo immaginare di essere degli allenatori di una squadra di calcio che sta disputando una partita molto importante, dove i giocatori sono i nostri figli. La nostra squadra è sotto di un punto e un membro del nostro team, subisce un fallo ed è chiamato a tirare un calcio di rigore ma lo sbaglia quasi alla fine del primo tempo.
Come si comporterà l’allenatore?
“Data la situazione è facile immaginare come si senta il giocatore e la squadra – riporta Universo Mamma – Durante l’intervallo l’allenatore deve trovare quindi il modo migliore per affrontare il problema e far tornare in campo una squadra motivata. Ha di fronte a sé una scelta:
soffocare la frustrazione e fare finta di nulla o essere sincero e manifestare ciò che prova. In realtà la scienza dice a no ad entrambe le scelte. I più recenti studi sulle emozioni dimostrano che la capacità dell’allenatore di gestire ciò che prova determinerà la motivazione ed il morale della squadra”.
Soffocare la frustrazione è sbagliato
“Nascondere i propri sentimenti e non mostrarsi turbati ha diversi effetti negativi ed aumenta la risposta allo stress – spiega Emma Seppala – Si entra quindi in un loop negativo e dannoso. Se una mamma sopprime la rabbia i figli lo percepiscono dal punto di vista fisiologico e aumenta la loro pressione sanguigna. Inoltre la soppressione danneggia le relazioni, aumenta le emozioni negative, determina isolamento sociale”.
Ma anche esprimerle a pieno non è corretto…
Anche esprimere pienamente le proprie emozioni negative non è però saggio. Un genitore che sfoga la propria rabbia, urlando al proprio figlio mette in atto un comportamento distruttivo e rischia di traumatizzare il giovane per lungo tempo! “Lo stesso discorso vale per l’allenatore di calcio- sottolinea il web magazine – se questi avesse espresso pienamente la sua frustrazione avrebbe minato la fiducia dei giocatori, che avrebbero ripreso a giocare demotivati e spaventati”.
E allora cosa fare?
Fermarsi a riflettere e cercare di rivalutare il problema imparando “a gestire le proprie emozioni per meglio influenzare quelle dei figli”.
“Rivalutare le emozioni anziché sopprimerle – si legge su Universo Mamma infatti – permette di raggiungere risultati migliori, come dimostrato da un recente studio su 15 squadre. Un allenatore che rivaluta determina un migliore clima di squadra, con emozioni positive quali fiducia, motivazione e comunicazione”.
Proviamo ad esempio a vedere quel capriccio da gestire “come una sfida da vincere al meglio” e non “come una minaccia incombente sulla nostra tranquillità” e se si è molto stressati?
“La Seppala suggerisce un modo veloce per ritrovare la calma se si è fortemente stressati: respirazione profonda, perché inspirare aumenta la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna, ed espirare la rallenta. Quindi, se si ha poco tempo, è sufficiente espirare per il doppio del tempo dell’inspirazione”.