Comunità educative troppo piene perché mancano famiglie affidatarie

Le strutture sono sempre tutte piene perché ci sono poche famiglie affidatarie. Se aumentasse la cultura dell’accoglienza lo spazio per le comunità verrebbe meno. E forse tante polemiche si potrebbero evitare”.

Nuovi riflettori si sono accesi sul problema dei minori che vivono fuori dalla propria famiglia di origine dopo l’inchiesta della Procura di Massa Carrara sui traffici illeciti di una cooperativa che gestiva molte comunità  di accoglienza per minori in difficoltà.

Un articolo di Avvenire a firma di Luciano Moia  racconta come siano decine le storie di genitori che hanno confessato le vessazioni subite da responsabili ed educatori: “Incontri protetti che si trasformano in videochiamate di pochi minuti; visite annullate all’ultimo momento senza giustificazione”.  E poi bambini costretti a dormire su “giacigli di fortunacibo scarso e di pessima qualità, punizioni corporali e trasferimenti per chi si permetteva di lamentarsi.

Uno scenario da brivido.

Fortunatamente non è sempre così, ma il problema dei minori fuori famiglia rimane. Perché spesso i ragazzi sono accolti in strutture di accoglienza “affollate”.

È necessario rilanciare la cultura dell’accoglienza “con grande urgenza” sottolinea Luciano Trovatopresidente del Tribunale dei minorenni di Firenze, intervistato da Avvenire: “Le strutture sono sempre piene perché manca una cultura dell’accoglienza, mancano le famiglie affidatarie – dichiara il magistrato – manca una cultura diffusa dell’accoglienza che convinca le famiglie ad aprirsi all’affido – continua – Le strutture sono sempre tutte piene perché ci sono poche famiglie affidatarie. Se aumentasse la cultura dell’accoglienza lo spazio per le comunità verrebbe meno. E forse tante polemiche si potrebbero evitare”.

Sarebbero numerosi i bambini ospitati in comunità che potrebbero invece essere accolti temporaneamente in famiglia, Secondo il dott. Trovato ben 8 su 10. “Certo i problemi esistono – spiega il Presidente del Tribunale dei Minori di Firenze-  Le famiglie d’origine sono più disposte ad accettare un inserimento in una struttura d’accoglienza che non in famiglia, perché vedono le famiglie affidatarie come antagoniste. Ma occorre promuovere l’accoglienza, anche se l’inserimento in famiglia è molto più difficile e i genitori affidatari andrebbero sostenuti e accompagnati meglio”.