Se le aspirazioni o frustrazioni dei genitori vengono riversate sui figli, quali danni procurano?

Dipendenza e manipolazione affettiva in famiglia. Di che cosa si tratta

Al giorno d’oggi i rapporti famigliari sono sempre più complessi. La società da certamente il suo contributo. Ma ci sono anche altri fattori che contribuiscono. In negativo. La complessità delle relazioni interne a una famiglia può a volte produrre quel fenomeno definito come “dipendenza affettiva in famiglia“. Di che cosa si tratta? “L’amore genitoriale e quello filiale hanno la caratteristica, unica nella vita di ogni essere umano, di realizzarsi tra individui che non si sono scelti l’un l’altro: il genitore ha (quasi sempre) deciso di concepire, e inevitabilmente ripone nel nascituro un qualche ideale e molte aspettative; il figlio o la figlia, invece, nascono e basta. Ovviamente, non hanno designato il loro oggetto d’amore e molti figli impiegheranno una vita ad accettare i propri genitori per quello che sono“, scrive, in merito, lo psicologo e psicoterapeuta Enrico Maria Secci, autore di Blog Therapy.

“È diffusa – prosegue Secci – una rappresentazione didascalica dei ruoli di padre e di madre che, come ogni stereotipo sociale, rasenta appena la realtà. Quella dei genitori uniti, dei genitori intrinsecamente capaci di prendersi cura e di crescere i figli. La favola della ‘sacra famiglia’, invece, cede spesso all’esame di realtà. Coppie stanche, nevrotiche, divise, a volte sfibrate sin dall’origine, possono, senza dirselo e ancor meno saperlo, generare un figlio con l’intento maldestro di ridarsi un senso e stabilire, causa maternità/paternità, una tregua all’infelicità coniugale. E questa è probabilmente la radice della manipolazione affettiva dei genitori verso i figli. Per esempio, il genitore manipolatore utilizza, per lo più inconsciamente, il bambino per avvantaggiarsi dell’affetto del coniuge, o per controllarlo. In altri casi, il bambino viene egoisticamente investito dal ruolo insostenibile di soddisfare i bisogni affettivi del genitore, di compensare la sua infelicità coniugale e/o esistenziale. O, ancora, il figlio può essere utilizzato come ‘banca genetica’ e sottoposto a pressioni affinché riproduca e conservi l’identità della ‘famiglia’, riproduca – magari in forma migliorata, compensando i ‘sogni mancati’ della madre o del padre – il percorso dei genitori: dovrà fare lo stesso lavoro e dovrà comportarsi nello stesso modo dei genitori. Pena il silenzio, la punizione e il ricatto affettivo”.

Le aspirazioni dei genitori sui figli: le imposizioni di ruolo

Così – spiega ancora Secci – i bambini cullati nelle maglie del ricatto affettivo rischiano di trasformarsi in burattini emotivi designati a intrattenere per tutta l’infanzia lo spettacolo dei figli perfetti o dei figli problematici per compiacere genitori manipolatori, per conseguire il loro plauso nell’inconsapevole teatrino familiare. Sino alle svolte dell’adolescenza e dell’età adulta, dove questa crudele imposizione di ruolo potrebbe crollare disastrosamente e provocare lutti, conflitti e sintomi dilanianti, come succede, a volte anche più precocemente, nelle famiglie dove uno o entrambi i genitori manipolano i figli.Quando un figlio nasce sotto la cattiva stella di una coppia irrisolta, purtroppo non tarderà a restituire ai genitori il peso della responsabilità inaccettabile di cui lo hanno gravato. Ci sarà un momento nel suo ciclo di vita – l’infanzia, l’adolescenza o la prima età adulta- in cui il figlio sentirà la necessità di sottrarsi alla disfunzionalità affettiva di cui, egoisticamente anche se inconsapevolmente, è stato oggetto sin dal concepimento. Il tentativo di svincolo può realizzarsi in diversi modi: per contestazione/conflitto, per auto-annullamento/resa o attraverso sintomi dello spettro psicopatologico come ansia, depressione e psicosi”.

Lo svincolo per contestazione prevede il tradimento delle aspettative dei genitori, fallire, deviare, anche gravemente, dai codici familiari (abuso di sostanze, comportamenti pericolosi e autolesivi, stile di vita promiscuo, ecc.). Viceversa potrà verificarsi un auto-annullamento, con la continua manifestazione di un bisogno di approvazione da parte dei genitori, di un uniformarsi passivamente alle attese familiari e riprodurre, nella propria vita, coppie e matrimoni infelici;

I sintomi più tipici di questi ragazzi sono: depressione, ansia, attacchi di panico, fobia sociale, inadeguatezza sociale, immaturità affettiva, solitudine, dipendenza affettiva.

“Ognuna di queste condizioni -spiega ancora Secci – si presenta associata alla dipendenza e alla manipolazione affettiva di almeno un genitore verso il figlio, ovvero una eccessiva e ‘storica’ focalizzazione sul figlio correlata all’insoddisfazione grave relativa alla vita personale o di coppia. In generale, i fattori di rischio di questa forma di manipolazione genitore-figlio,, spesso mascherata da ‘migliori intenzioni’ o da ‘io so cosa è meglio per mio figlio’, si evidenziano nell’eccessivo controllo e nell’apprensione abnorme per le qualunque manifestazione di autonomia del figlio, vissuto non come individuo a sé, autonomo e capace, ma come fragile e inadeguata promanazione della madre e/o del padre. Nella pratica psicoterapeutica non è raro incontrare bambini, adolescenti e giovani inviati dai genitori perché sofferenti, a volte drammaticamente sofferenti. E’ invece meno frequente stabilire un contatto davvero autentico e collaborativo con la coppia genitoriale. Quanto più la dipendenza affettiva verso il figlio o la figlia è strutturata, tanto meno sarà agevole coinvolgere la famiglia nel processo terapeutico. A volte, il rifiuto sarà netto, altre volte velato. Nel caso di figli maggiorenni e relativamente autonomi, il terapeuta può certamente intervenire e incoraggiarli a dipanare pian piano i guinzagli emotivi che vincolano il loro sviluppo come adulti. Nel caso di bambini e adolescenti, invece, il groviglio è più intricato perché implica la partecipazione della coppia genitoriale alla terapia e necessita giocoforza di una riflessione sulla funzionalità coniugale, sulla situazione attuale e sulla storia matrimoniale. Argomenti da cui i genitori manipolatori rifuggono quando, a qualche livello, avvertono che trattarli potrebbe modificare il precario equilibrio dipendente su cui, seppure inconsciamente, hanno fondato la coppia prima e la famiglia poi”.

Per approfondire l’argomento è possibile contattare il CEFAM – Centro Europeo Formazione Accoglienza Minori allo 3400088431 oppure scrivendo all’indirizzo mail cefam@coopaibc.it per fissare un incontro