Comunità. Il comune di Milano taglia le rette: le associazioni non ci stanno

20 organizzazioni hanno detto no, alla nuova proposta di convenzione del Comune di Milano per la gestione di comunità per minori o comunità mamma-bambino sul territorio di Milano Città Metropolitana e province limitrofe

È possibile continuare a svolgere al meglio un’attività delicata e fondamentale come quella dell’accoglienza nel sociale senza avere a propria disposizione le risorse economiche necessarie per mantenere ad alti standard la qualità del proprio lavoro?

Impossibile certamente e a rimetterci, sono, come sempre, i più vulnerabili.

Per questo motivo, 20 organizzazioni hanno detto no, alla nuova proposta di convenzione del Comune di Milano per la gestione di comunità per minori o comunità mamma-bambino sul territorio di Milano Città Metropolitana e province limitrofe.

A darne notizia è il web magazine VITA, sul quale si apprende che la decisione, che coinvolge ben 147 strutture e 590 posti, che verrebbero meno, all’interno di un sistema già in sofferenza, è stata presa dalle organizzazioni dopo che il Comune di Milano ha pubblicato il nuovo “bando residenzialità minori” (di cui il termine è appena scaduto) e nel quale sono proposte tariffe che, si legge su VITA: “non permettono di sostenere gli standard previsti dalle normative di Regione Lombardia per la gestione del servizio e, quindi, di rispondere in maniera adeguata ai bisogni materiali e di crescita dei minorenni e delle famiglie accolte”. 

Tariffe più basse, almeno il 20%, rispetto alle altre province lombarde

Si tratta di tariffe – dichiara al web magazine Paolo Cattaneopresidente del CNCA Lombardia– inferiori di almeno il 20% rispetto a quelle degli altri Comuni della Città Metropolitana e delle altre provincie lombarde. […] In una stagione – continua Cattaneo- in cui sta via via emergendo la necessità di dare dignità alle professioni sociali e socio sanitarie ed è sempre più difficile trovare educatori, infermieri, medici disposti a lavorare nelle nostre strutture, e in cui il costo della vita parametrato agli stipendi di tali professioni risulta insostenibile generando la fuga dal sociale di decine di colleghi, il colpo di grazia viene dal Comune di Milano che continua a proporre convenzionamenti a tariffe insostenibili”.

La nuova convenzione prevede, ad esempio, per le comunità mamma-bambino una retta giornaliera di 78 euro per le comunità di Milano e di 72, per quelle di fuori città, a fronte di una retta attuale di 83 euro al giorno, mentre per le comunità di minori si parla di 93 euro a Milano e a 87 euro fuori Milano.

Cifre inferiori per erogare un servizio di qualità – sottolinea Liviana Marelli, presidente della cooperativa sociale La Grande Casa- lo dice lo stesso Stato che per i minori ucraini ha stanziato 100 euro al giorno pro capite. Lo stesso Comune di Milano, prima ammette che la retta equa sia di 104 euro al giorno e poi fa un bando con queste cifre? E soprattutto, c’è questa logica di Milano e fuori Milano, con una retta più bassa di dieci euro al giorno. È intollerabile”.