Pisa. Fino a quando l’assistenza può superare l’abbandono? Il caso di un ragazzo disabile abbandonato dai genitori per 5 anni al Stella Maris

Portano il figlio disabile al  Stella Maris,  struttura di accoglienza , in provincia di Pisa, per poi abbandonarlo a sé stesso. Ma secondo il tribunale non c’è reato poiché ha sempre ricevuto cura e assistenza

Ha suscitato critiche e disappunto la sentenza del tribunale di Pisa nei confronti di un uomo accusato di aver abbandonato il figlio disabile.

Ripercorriamo la vicenda

Nel 2017 una coppia francese che si trovava a Santa Croce sull’Arno (Pisa), ha portato il figlio, ai tempi quindicenne e con disabilità dalla nascita, a Stella Maris, struttura di accoglienza e cura per le fragilità in provincia di Pisa.
In seguito i due avrebbero lasciato l’Italia, abbandonando il ragazzo nell’istituto.
A quanto pare, nei primi tempi, si sarebbero comunque tenuti informati sulle condizioni del ragazzo tramite qualche telefonata e con una visita annuale, ma in seguito avrebbero interrotto totalmente qualsiasi rapporto.
L’unico legame per rintracciarli è stato il recapito della piccola impresa edile dell’uomo.

Nessun reato di abbandono

Dopo cinque anni, è arrivata la sentenza del tribunale di Pisa che ha fatto cadere l’accusa di abbandono di minore nei confronti del padre.
L’avvocato difensore ha dichiarato che l’uomo si sarebbe comunque tenuto in contatto con il figlio. Ma i rapporti erano decisamente pochi e non sufficienti per instaurare un vero legame affettivo.
Il Tribunale di Pisa ha deciso di assolvere il 48enne, avvalorando la tesi della difesa secondo cui il ragazzo non è mai stato esposto ad alcun pericolo proprio perché è stato lasciato alle cure di una struttura dedicata.
Lo stesso reato è stato contestato anche alla madre del ragazzo. Ma al momento non è stata presa alcuna decisione e l’udienza è aggiornata tra sei mesi poiché la donna è irreperibile da tempo.
Il ragazzo ora ha venti anni ed è ancora accolto all’interno della struttura “Stella Maris”.

I commenti delle istituzioni

Non sono mancate le critiche per la sentenza da parte del mondo della politica.
Durante un intervento a Radio Radio, il senatore Antonio Guidi ha dichiarato:
“Questa sentenza di assoluzione è inaccettabile. Sembra che la solitudine affettiva, quella imposta dai genitori al ragazzo oggi ventenne, non produca danno , quasi che le persone con disabilità non abbiano diritto di amare ed essere amate.”

Alessandra Locatelli, ministro per le Disabilità, si è detta decisa a contattare la struttura e ad andare a trovare il ragazzo, aggiungendo che: “L’affetto delle persone che ci sono vicine è la fortuna più grande che si possa desiderare. Mi auguro che nella struttura questo ragazzo abbia potuto trovare l’affetto e il calore umano che merita”.