Il CEFAM propone serate informative tematiche di gruppo, nella quale vengono affrontati temi educativi di interesse familiare
Francesca poteva essere salvata? Questa la domanda che si pongono i familiari della giovane 24enne di Brescia morta per overdose a seguito dell’assunzione di un mix di droghe e alcolici in un week end da sballo con gli amici. Alcuni affermano di sì, e che la colpa è degli amici che hanno tardato a chiamare i soccorsi.
Di guardare in faccia chi era con lei nelle sue ultime ore di vita però non ce n’é la voglia: “non è bella gente”. Condanna unanime: chi ci lascia è la povera vittima, chi rimane, se non è il colpevole, è comunque il cattivo della storia.
In Italia, dal 1 gennaio al 26 agosto sono morte di droga 140 persone (fonte www.geoverdose.it). Parrebbero poche ma ogni singola vita umana ha un valore incalcolabile e lo scopriamo quando diamo un nome e un volto alle vittime. A fine aprile, a Colico muoiono due giovani di 18 e 19 anni mentre partecipano ad una festa con gli amici. A luglio, a Terni sono due adolescenti di 15 e 16 anni a morire di overdose. In entrambi i casi le famiglie sono distrutte, oltre che incredule delle abitudini e frequentazioni dei loro figli. Ai primi di agosto muoiono di overdose padre e figlio: il primo aveva scritto un libro edito da Feltrinelli sulla sua esperienza di tossicodipendenza. Pareva esserne uscito ed aveva dedicato il libro al figlio, per metterlo in guardia. Destino beffardo. Non meno quello di una insegnante di 49 anni che, a metà agosto, in provincia di Varese, viene trovata morta per overdose con il suo compagno dalle figlie di 8 e 12 anni. Difficile immedesimarsi in ciò che avranno provato due bambine nel perdere il loro principale punto di riferimento.
Come possiamo evitare che avvengano questi episodi di cronaca nera? “Il fenomeno è decisamente complesso, ma è necessario affrontarlo per invertire quella rotta che sta portando alla deriva sempre più i nostri giovani – afferma Diego Moretti, responsabile del CEFAM – Centro Europeo Formazione Accoglienza Minori – Molti genitori si pongono l’interrogativo di come prevenire l’utilizzo di sostanze stupefacenti da parte dei loro figli. Ciò è già una cosa positiva la domanda, però, deve partire da una sana presa di posizione: qualsiasi tipo di droga fa male e uccide, senza se e senza ma. Riconoscere le fragilità dei nostri figli è fondamentale perché l’utilizzo di sostanze che alterano la percezione di se stessi e del mondo circostante, è una soluzione facilmente a portata di mano. Non solo droga, ma anche alcolici, farmaci e comportamenti devianti rischiano di intrecciarsi pericolosamente per sfociare in un unico epilogo distruttivo”.
Quale consiglio dare a un genitore che sospetta che il proprio figlio faccia uso di sostanze? “La prevenzione inizia attraverso percorsi di informazione e formazione. Ciò dovrebbe avvenire ancor prima che i figli entrino nell’età dell’adolescenza. Più il genitore è preparato sul tema, più facilmente sarà in grado di interpretare gli atteggiamenti e i segnali lanciati dal proprio figlio. Seconda cosa è non restare soli e affidarsi a degli esperti; la famiglia è fondamentale, ma non sufficiente per affrontare determinati problemi. Chiedere consiglio a professionisti del settore non deve essere vissuto come segno di debolezza o di vergogna. Purtroppo ciò avviene solo nella fase in cui il problema è ingestibile e necessita di una presa in carico legata alla cura del problema, che si traduce in un percorso di disintossicazione lungo e faticoso, segnato spesso da fallimenti e deboli successi.”
Se un genitore volesse maggiori informazioni? “Il CEFAM propone serate informative tematiche di gruppo, ovvero la scuola per genitori, nella quale vengono affrontati temi educativi di interesse familiare. Si può inoltre contattare il CEFAM anche online e richiedere una consulenza one-to-one. Inoltre è attivo uno sportello di sostegno alla genitorialità al quale si può accedere prendendo appuntamento al 3400088431 o inviando una mail a cefam@coopaibc.it”