L’educativa domiciliare è spesso un servizio poco valorizzato, visto quasi come qualcosa di ‘banale’ nella sua quotidianità. La necessità di linee guida.
Lunedì 3 ottobre a Milano, si è svolto il convegno educatori di famiglia all’interno del quale è stato presentato il progetto di ricerca -azione sull’educativa domiciliare e territoriale Adm-assistenza domiciliare minori svolto da Tarakè, Centro ricerca e formazione de La Grande Casa e curata dall’università Cattolica.
La ricerca, si legge sulla pagina della Grande Casa, che ha coinvolto 25 educatori e coordinatori, 3 famiglie e 6 assistenti sociali, ha in particolare analizzato il processo di stesura del PEI e la sua applicazione digitale. “I risultati dello studio hanno messo in luce aree di sviluppo e innovazione, e la necessità di elaborare nuove linee guida con un approccio partecipato che rappresenti le diverse competenze coinvolte”.
“A fare da fil rouge – racconta Vita – due grandi questioni: come accompagnare gli educatori a un cambio di sguardo e quali sono le potenzialità future per il servizio”.
“L’educativa domiciliare e territoriale -racconta Vincenza Nastasi, responsabile di Tarakè sempre sul web magazine- è spesso un servizio poco valorizzato, visto quasi come qualcosa di ‘banale’ nella sua quotidianità. Le famiglie invece sono sempre più multiproblematiche e serve una preparazione professionale adeguata, supportata da formazione costante e supervisione…”