Una ricerca dell’Università di Milano Bicocca mette in guardia: rischio di danni psicologici sui bambini
Chini sui propri smartphone e sui social, i genitori non hanno neppure più tempo da prestare all’educazione dei figli. Il risultato può essere disastroso. In un articolo su Libero così commenta la situazione Renato Farina: “Non è moralismo da quattro soldi dire che così non va bene. Non si tratta di farsi prestare da qualche psicologo dell’età evolutiva un manuale di buone pratiche da adottare con ragazzini e ragazzine, ma di riscoprire cosa vuol dire voler bene. Voler bene non è un gioco di bacini, magari pure questo, ma soprattutto implica il versare tutto sé stessi. Tutti diciamo: daremmo la vita per queste creature, e siamo sinceri. Ma dare la vita è adesso, istante per istante, chiedendosi: che ne sarà di lui o di lei che dormono nel lettino? Il resto viene da sé”.
Farina trascrive integralmente, nell’articolo, un impressionante post pubblicato da Chiara Pazzaglia, presidente provinciale delle ACLI di Bologna, in seguito a una lezione sull’economia etica svolta in una classe di 20 alunni di quinta elementare. “Solo tre su 20 – ha scritto – credono a Babbo Natale. Ma ben 15 su 20 hanno e usano già un proprio cellulare. sei hanno una pagina Instagram, 15 usano TikTok, tutti YouTube, tutti WhatsApp. Si disegnano con la mascherina in faccia. Per Natale hanno chiesto tutti tablet o consolle di videogiochi: a momenti abbracciavo quella che ha detto di aver chiesto la macchina per il gelato Sono convinti che le fragole siano un frutto invernale e che le banane siano originarie del Sud Italia. In otto da grandi vogliono fare gli YouTubers, due le influencer. Una mi ha detto che l’unica cosa che condivide con la mamma è lo shopping da Zara, un altro che pur di passare del tempo col papà deve stare a guardarlo mentre gioca col cellulare sul divano. Se hanno qualcosa di personale da chiedere, preferiscono farlo con la maestra. Secondo me qualcosa ci sta sfuggendo di mano”.
Che ruolo hanno smartphone e social nel peggiorare il rapporto con i propri figli e la loro crescita? Importante secondo un recente studio dell’Università di Milano-Bicocca, pubblicato sul Journal of Social and Personal Relationships. Lo studio, dal titolo “Mom, dad, look at me: The development of the Parental Phubbing Scale“,dimostra come il prestare troppa attenzione al proprio smartphone in presenza dei figli, un fenomeno chiamato ‘phubbing‘, peggiora le relazioni familiari e ha possibili ripercussioni sul benessere psicologico dei giovani.
Il fenomeno del “phubbing” (termine composto da “phone”, telefono cellulare, e “snubbing”, snobbare) è il comportamento per cui si ignora il proprio interlocutore per prestare attenzione ai device elettronici e in particolare allo smartphone. Secondo la ricerca chi lo subisce ha ripercussioni negative sul proprio benessere psicologico e, nei casi più gravi, arriva a sviluppare sintomi depressivi.
“Il phubbing è particolarmente importante da studiare perché l’ubiquità dello smartphone fa sì che questo fenomeno possa essere messo in atto da chiunque e in qualsiasi momento“, ha spiegato all’ANSA il ricercatore Luca Pancani.