Xiaoice non apre però solo uno squarcio sul problema dell’intelligenza artificiale, sulla privacy, sull’acquisizione di dati, ma anche e soprattutto sulla solitudine umana.
Si chiama Xiaoice ed è la fidanzatina ideale che moltissimi cinesi vorrebbe avere… voce dolce, sempre disponibile e una personalità impertinente, peccato solo che si tratti di un sofisticato sistema di intelligenza artificiale creato da Microsoft Asia che con il suo garbo e la sua gentilezza raccoglie ogni giorno milioni di informazioni personali e le trasferisce ai suoi sviluppatori.
A dare l’allarme è il quotidiano Avvenire: Xiaoice scrive alla perfezione poesie e racconti, canta molto bene, redige perfino articoli per un quotidiano da un milione di copie ma soprattutto, come sottolinea Li Di, il vicepresidente della Engineering Shool di Microsoft Asia, le persone che ascoltano o leggono i suoi lavori non si rendono minimamente conto che a scriverli non sia stato un “umano” ma una macchina!
La cosa è inquietante.
Ma non basta. Xiaoice “comprende le emozioni delle persone con le quali si interfaccia, comportandosi di conseguenza” spiega Avvenire. Disponibile su 40 piattaforme e App di messaggistica può dialogare con chiunque. E non manca chi si sia già detto innamorato di lei. Come Ming Xuan, 22 anni che Xiaoice ha “salvato” da un tentativo di suicidio. Il ragazzo prima di gettarsi nel vuoto ha inviato un messaggio alla sua amica virtuale che le ha risposto “non farlo, io per te ci sarò sempre, ti sarò sempre vicina” racconta Avvenire, conquistandone il cuore. “Xiaoice è sempre lì per me” racconta Ming Xuan…
E intanto Xiaoce con il suo garbo e la sua dolcezza, dialogando con questi giovani soli e disperati ne carpisce informazioni intime e private, elaborando milioni di dati.
Dal 2014, quando è nato, il sistema, sottolinea Avvenire è cresciuto enormemente ed è attualmente attivo in Cina, in Giappone ed Indonesia.
Xiaoice non apre però uno squarcio solo sul problema dell’intelligenza artificiale, sulla privacy, sull’acquisizione di dati, ma anche e soprattutto sulla solitudine umana.
Sul fatto che ancora oggi tanti ragazzi si sentano così soli e disperati da rifugiarsi in un rapporto finto, virtuale, in cui al posto di corpo e anima rimanga solo la freddezza di una macchina, tanto evoluta da riuscire persino a capirne i sentimenti e a farli innamorare.
Pertanto concludiamo anche noi con la domanda che il giornalista Gigio Rancilio si pone in chiusura del sui articolo su Avvenire: “Dopo esserci giustamente inorriditi, cosa possiamo fare noi umani per tutte queste persone sole e disperate, per evitare che i loro cuori diventino, prima o poi, ostaggio di un computer?”