Grazie alla generosità testamentaria, più di 100 bambini e le loro mamme hanno trovato rifugio, cura e un nuovo inizio. Un esempio vivo di come un gesto d’amore può lasciare un’impronta eterna
Un dono d’amore che continua a germogliare. È passato un decennio dalla nascita della Family House di AIBC, grazie a un lascito testamentario ad Ai.Bi. Amici dei Bambini che ha saputo trasformarsi in un rifugio concreto per mamme in difficoltà e i loro figli.
L’origine di questa storia affonda le radici nel gesto straordinario di Caterina Iudicello, vedova di Caltanissetta, che ha scelto di devolvere i propri beni a sostegno di chi viveva nell’abbandono. La sua generosità ha permesso di dare nuova vita a una palazzina inutilizzata, trasformandola nella prima Family House in Europa: una struttura pensata per offrire protezione, accoglienza e strumenti di autonomia alle famiglie più fragili.
Una casa che cura le ferite dell’abbandono
Inaugurata nel 2015, la Family House è diventata nel tempo una vera e propria “clinica dell’abbandono”: un luogo dove il dolore trova ascolto, accoglienza e possibilità di guarigione. Al suo interno si trovano le comunità residenziali “Casa Irene” e “Casa Caterina”, che ospitano mamme con i loro bambini, seguite da educatori che le accompagnano nel percorso verso una genitorialità consapevole.
Oltre a queste strutture, la Family House comprende anche tre appartamenti dedicati al reinserimento sociale: due semi-autonomi, “Aurora” e “Angela”, e uno completamente autonomo, “Gioia”, pensati per sostenere le donne che stanno per concludere il loro percorso di accoglienza e ricostruire una vita indipendente.
Un ulteriore spazio fondamentale è quello chiamato “Beniamino”, un luogo neutro dove genitori separati possono incontrare i propri figli in un ambiente sereno e protetto, facilitando la ricostruzione dei legami familiari.
I numeri di un impegno duraturo
Nel corso di questi dieci anni, la Family House ha accolto 77 nuclei mamma-bambino, offrendo supporto a 115 minori. Grazie ai percorsi verso l’autonomia, 31 famiglie – con 50 bambini – hanno potuto avviarsi a una nuova fase di vita. Inoltre, sono state garantite oltre 2.100 ore di spazio neutro, contribuendo a salvaguardare il diritto alla relazione tra genitori e figli in contesti delicati.
Un’eredità che continua a vivere
Il gesto di Caterina Iudicello, seppur compiuto senza conoscere direttamente chi ne avrebbe beneficiato, ha generato un cambiamento tangibile e duraturo. La sua memoria è oggi viva in ogni madre che riconquista fiducia in sé stessa, in ogni bambino che ritrova serenità, in ogni famiglia che rinasce grazie a un aiuto concreto.
Nella foto, lo spazio neutro della Family House.