Una sentenza del Foro di Potenza offre un esempio di vero affido condiviso

Superando i contrasti tra i genitori e grazie all’attento lavoro degli avvocati, il provvedimento dimostra una grande apertura verso l’affidamento condiviso dei figli

Una sentenza del Foro di Potenza, nel suggellare una vertenza durata all’incirca 2 anni, dà prova di una grande apertura verso il vero affidamento condiviso dei figli, ottenuto nonostante una iniziale situazione di forte animosità da parte dei genitori.
A riportare la storia è il sito studiocataldi.it, che sottolinea il grande lavoro degli avvocati delle parti, i quali “in nome dell’esigenza di non sacrificare le positive ricadute della condivisione delle scelte relative all’educazione dei figli, sono riusciti a far superare ai genitori la distanza che li separava in merito agli aspetti materiali ed economici”.
Gli stessi coniugi hanno a loro volta dimostrato, al di là dei rancori personali, di non mettere mai in dubbio il diritto dei figli a una presenza dei genitori realmente paritetica, dimostrando, pur in una situazione psicologicamente complicata, di riconoscere come “il modello che meglio realizza il benessere dei figli sia quello paritetico”.

Il paziente lavoro degli avvocati per un affido condiviso autentico

Senza questo atteggiamento da parte dei genitori e dei rispettivi legali, difficilmente si sarebbe potuti arrivare all’accordo che, nella minuziosità e precisioni delle indicazioni, evidenzia la difficoltà nella quale si è operato e, nello stesso tempo, la volontà di trovare la soluzione migliore possibile nell’esclusivo interesse del minore.
Lo stesso uso dei termini è molto significativo, come si evince già nella principale affermazione della sentenza: “Il piccolo sarà affidato in maniera condivisa a entrambi i genitori, con residenza presso la madre e i tempi di frequentazione assolutamente paritetici tra i genitori, con conseguente mantenimento diretto dei medesimi”. Un termine “assolutamente”, che trova corrispondenza nelle successive indicazioni, che non tralasciano alcun aspetto della quotidianità della vita del bambino, seguendo le linee di un modello “autenticamente puerocentrico” che, purtroppo, è molto lontano dalle “consuetudini giurisprudenziali”.

La totale pariteticità è confermata anche per quanto riguarda gli aspetti economici, dove si precisa che “qualunque decisione riguardante il minore, dovrà essere presa concordemente dai genitori, esercitando entrambi la responsabilità genitoriale“. E, ancora: “Le spese straordinarie da sostenere in favore del minore, previamente concordate tra i genitori e debitamente documentate, saranno a carico dei genitori in parti uguali tra loro; tutte le spese non previamente concordate e documentate resteranno a carico di chi le ha sostenute”.

Un esempio da imitare

Come sottolinea, in conclusione, l’articolo sul sito dello studio Cataldi: “La sentenza in oggetto crea un ponte verso la medesima e più fedele applicazione dell’affidamento condiviso…”. Precisando, tuttavia, che quanto è stato raggiunto è frutto di un “paziente lavoro di costruzione del consenso operato dai rispettivi legali delle parti. Queste, comunque, hanno i loro meriti, risultando dagli atti di avere praticato una frequentazione paritetica fin dai primi momenti della rottura del legame di coppia”.