Figli e internet. Genitori state in guardia: occhio ai pedofili della rete

La terribile esperienza di una mamma-poliziotta infiltrata nelle chat dell’orrore

Genitori state in guardia. C’è voluta, tra gli altri, una super mamma-poliziotto per sgominare una banda di pedofili della rete. É toccato infatti ad Alice, agente sotto copertura della polizia postale di Milano, infiltrarsi nel mondo dell’orrore per condurre al successo la maxi-operazione (denominata “Luna Park”) che, nei giorni scorsi, ha portato all’identificazione di 16 associazioni criminali, per un totale di 432 utenti e a una serie di arresti in flagranza, condotti da 300 agenti, in 53 province e 18 regioni italiane. Il compimento delle indagini è stato possibile grazie a un lavoro di due anni, durante i quali agenti sotto copertura proprio come Alice si sono fatti ammettere nelle reti degli orchi per stanarli.

Alla fine sono stati 81 i cittadini italiani identificati, con un’età compresa tra i 18 e i 71 anni. Tra gli arrestati anche due insospettabili che organizzavano le attività di scambio, reclutando nei gruppi membri provenienti dall’estero. Un orrore vero, insomma. “Ci sono notti – ha raccontato proprio Alice al quotidiano La Stampache non si riesce a dormire. Ti tornano in mente i flashback di quelle immagini così violente, crudeli. Fuori dalla tua squadra, dai tuoi colleghi, nessuno può capire. A una mamma, a un compagno non puoi raccontare: le indagini sono coperte da segreto“. Ma, nonostante le comprensibili difficoltà, “prevale la voglia di beccare il pedofilo, di riuscire a identificarlo. E soprattutto di proteggere i bambini. Che è ancora più forte, forse, quando ne hai uno che ti aspetta a casa dopo il lavoro, e tutti i giorni tocchi con mano la sua innocenza, la sua purezza”.

Genitori state in guardia. Chi sono i pedofili della rete?

Ma chi sono i pedofili della rete? “Chiunque può esserlo – spiega Alice – Si va da ragazzi di 17, 18 anni, con una vita normale, gli amici, la fidanza, al professionista di 35 al nonno di 70. Tante volte è l’insospettabile collega, il vicino di casa (tra gli arrestati ci sono anche un vigile urbano e due impiegati informatici, ndr). Lo incontri tutti i giorni e non lo sai. Non puoi neanche immaginarlo”. I gruppi Whatsapp e Telegram per pedofili, spiega ancora l’agente “spesso si distinguono perché nell’intestazione è già precisata la fascia d’età delle piccole vittime raffigurate nelle immagini. Per esempio ‘bambine 0-3 anni’ o ‘8-10 anni'”. “I pedofili del web – aggiunge – in generale hanno un loro linguaggio. Lo usano anche per evitare di farsi identificare: è fatto di sigle che con l’esperienza abbiamo imparato a conoscere”.

Soprattutto nel periodo di lockdown, con la pandemia e l’incremento del tempo trascorso davanti a uno schermo, sono aumentati gli abusi sul web. Lo riportano e lo hanno riportato negli ultimi mesi diverse associazioni. L’importante, per i genitori, è stare all’occhio.