Chi sono gli “orfani speciali”, i bambini vittime di femminicidio?

L’indagine di Con i Bambini rivela le condizioni di vita e le iniziative di sostegno per i bambini che hanno perso la madre a causa della violenza dell’uomo

Il femminicidio è una parola che troppo spesso compare nelle pagine di cronaca e in questi giorni l’opinione pubblica è rimasta particolarmente sconvolta dal delitto della giovane Giulia Cecchettin.
A questo tragico fenomeno se ne aggiunge un altro che spesso passa in secondo piano: quello relativo ai figli delle vittime di femminicidio. A loro volta vittime.

Gli orfani speciali

Sono gli “orfani speciali”, i bambini che perdono la madre a causa della violenza del di lei compagno e che spesso sono dimenticati dalla politica.
All’interno della legge 4/2018 sono state introdotte comunque “modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in favore degli orfani per crimini domestici”.
Tra gli interventi previsti ci sono: il patrocinio gratuito; l’accesso ai servizi di assistenza medica e psicologica; assegnazione di alloggi di edilizia pubblica; la possibilità di cambiare il cognome.

L’indagine di Con i Bambini

Ma quanti sono gli orfani delle vittime di femminicidio in Italia e quali sono le loro condizioni di vita? A provare a fare chiarezza è l’indagine di Con i bambini, impresa sociale che si occupa del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e che tra l’altro sostiene il progetto di Ai.Bi. Panthakù.com.
Secondo l’indagine, sono 157 gli orfani presi in carico dai quattro progetti finanziati dall’impresa Con i bambini ma almeno altri 960 in tutta Italia hanno avviato un percorso di sostegno dei minori già seguiti dall’organizzazione. Ben il 36% erano presenti al momento dell’uccisione della mamma da parte del marito o del compagno. La maggior parte di loro vive nel Sud, in famiglie affidatarie o in comunità, e ha difficoltà economiche e sociali. Solo il 52% riceve misure di sostegno al reddito.
L’indagine rivela anche che questi bambini hanno bisogno di un’assistenza medica e psicologica adeguata, di un’educazione di qualità e di una rete di relazioni positive. Per questo, i progetti finanziati dal fondo offrono servizi di accoglienza, ascolto, orientamento, formazione, sport, arte e cultura. L’obiettivo è di restituire loro la fiducia, la speranza e il diritto a un futuro migliore.