Riapertura delle scuole. Come si può gestire lo stress del rientro?

Dopo un anno difficile le famiglie sono alle prese con nuove sfide. Il parere della psicologa

Manca una settimana alla riapertura delle scuole. Scuole che erano rimaste chiuse dal mese di marzo, per via dell’emergenza Coronavirus. Per genitori e figli torna la vecchia routine, appesantita però dalle preoccupazioni e dalle incertezze su trasporti, contagi, distanziamento. Come si può gestire questa fase di stress senza che rovini l’ambiente famigliare? La dottoressa Valentina Tollardo, psicologa e psicoterapeuta, ha dato una propria visione dei fatti nel corso di un’intervista con il magazine online Interris.it.

“Crearsi un’aspettativa di ciò che avverrà – spiega la professionista – è rassicurante e ci permette di mettere in atto delle strategie di pensiero e di azione che hanno lo scopo di abbassare i livelli d’ansia. Per gli adulti la preoccupazione riguarda soprattutto la parte organizzativa che rischia, per l’ennesima volta in questi mesi, di venire stravolta e di incidere molto sull’integrazione tra famiglia e lavoro. Per tutti, sapere cosa avverrà e quando permette di prepararsi emotivamente e cognitivamente, soprattutto dopo un così lungo periodo di sospensione. Senza dubbio non sarà semplice far fronte a tutte le nuove regole e alle disposizioni sanitarie. Occorrerà per questo un grande sforzo da parte di tutti, soprattutto dei bambini. Fortunatamente, i bambini hanno una grande flessibilità e capacità di adattamento, quindi di assimilazione dei cambiamenti. Attenzione, però. Perché questo avvenga è fondamentale l’intervento dell’adulto competente: che sappia spiegare, mediare e fornire una cornice per loro comprensibile in cui muoversi. Per i bambini la mascherina non rappresenta una novità, la indossano già nei locali chiusi, l’hanno indossata ai centri estivi. Inoltre, l’ambiente scolastico e quello familiare sono già formati da regole di comportamento da rispettare e gli insegnanti sono preparati a costruire con loro un contesto e un significato. Decisivo, invece, il ponte scuola–famiglia e la collaborazione tra tutti gli adulti significativi in modo da garantire ai bambini coerenza e chiarezza, evitando di creare confusione sulla regola”.

Riapertura delle scuole e stress da rientro: cosa accadrebbe se richiudessero dopo poco tempo?

Ma cosa succederebbe se, come in molti temono, la scuola dovesse richiudere i battenti dopo poco tempo? “L’aspetto che si pagherebbe maggiormente – prosegue la dottoressa – sarà la perdita della ‘peer education’ (l’educazione tra pari) e della socializzazione. La didattica a distanza è uno strumento e come tale dipende da come lo si usa e da come viene declinato in base alle capacità cognitive della fascia d’età. Più i bambini sono piccoli, più l’aspetto della relazione (e della buona emotività) influenza l’apprendimento in termini positivi. Ricordiamoci poi che è molto importante per uno sviluppo corretto il contatto sociale, sia con i pari che con gli adulti significativi, anche al di fuori della famiglia. Un altro punto delicato riguarda l’ingaggio del genitore che, soprattutto nei primi anni delle elementari, gioca un ruolo primario nella didattica a distanza perché il bambino/la bambina non ha ancora sviluppato sufficienti capacità per una gestione autonoma. Il primo lockdown è stato molto faticoso per le famiglie, non solo per la situazione grave che si è creata, nutrita da paura e incertezza, ma anche perché ha richiesto alle famiglie di rivoluzionare tutto l’assetto familiare: la divisione dei compiti, l’integrazione tra lavoro e famiglia che di per sé è già tema delicato, soprattutto in Italia. Nel caso di un nuovo lockdown, senza dubbio occorrerà far fronte a rabbia, paura e frustrazione e a mettere in conto una parte di fatica. Vale la pena tuttavia ricordarsi che non sarà più una situazione nuova e sconosciuta e si potrà attingere dall’esperienza pregressa, replicando ciò che ha funzionato e mettendo mano in modo nuovo a ciò che invece non ha funzionato. Attenzione, però: sarà ancora più importante che sia faccia squadra, lavorando insieme alla buona riuscita, stando dalla stessa parte e dividendosi i compiti nel limite del possibile”.

Per saperne di più è possibile contattare il CEFAM – Centro Europeo Formazione Accoglienza Minori allo 3400088431 oppure scrivendo all’indirizzo mail cefam@coopaibc.it per fissare un incontro.