L'abbraccio di una bambina in affido familiare

“Qui mi sento al sicuro”: l’affido nelle parole dei bambini

Frasi brevi ma potenti raccontano la paura, l’accoglienza e la rinascita di chi trova una nuova casa

Quando si parla di affido familiare, spesso il dibattito si concentra sulle parole degli adulti: genitori affidatari, psicologi, assistenti sociali. Sono loro a spiegare e ad analizzare, ma la prospettiva che davvero illumina il senso dell’affido è quella dei bambini, con le loro emozioni immediate e sincere.
Abbiamo raccolto le testimonianze di chi l’affido lo ha vissuto in prima persona. Frasi brevi, disegni, appunti su fogli colorati: un mosaico di emozioni che ci restituisce l’essenza di questa esperienza, non come atto burocratico, ma come gesto umano e trasformativo.

L’affido raccontato dai bambini

Le parole dei bambini colpiscono perché non hanno filtri. Alessia, 8 anni, racconta così il suo arrivo in una nuova famiglia: “Pensavo che nessuno volesse stare con me… poi la signora mi ha abbracciato forte. Io non avevo più paura.” In poche parole emerge tutto: la solitudine, la sorpresa, l’accoglienza.
Simone, 11 anni, descrive invece il lento cammino della fiducia: “All’inizio non mi fidavo. Poi papà Marco ha iniziato a giocare con me tutte le sere. Ora mi piace stare qui.” Costanza e vicinanza diventano ponti che superano la diffidenza e guariscono ferite invisibili.
Chiara, 7 anni, ricorda l’ingresso in una nuova scuola: “La maestra mi ha messo vicino a una compagna gentile. Adesso andiamo insieme a piedi.” Un gesto semplice che dimostra come l’affido sia una rete che coinvolge famiglie, insegnanti, comunità.
E poi c’è Luca, 9 anni, che vive la delicatezza di avere “due mamme”: “Quando torno dalla visita con la mia mamma, quella affidataria mi prepara la cioccolata. Mi dice che per lei va bene. E a me piace così.” L’affido non sostituisce, ma integra, trovando un equilibrio fatto di affetto e rispetto.

Non perfezione ma presenza

Le loro parole ci ricordano che l’affido non chiede perfezione, ma presenza: una stanza, un cane, una cioccolata calda, una mano che accompagna a scuola. È ascolto, relazione, possibilità.