Ormai la paura attanaglia ogni pomeriggio i genitori degli adolescenti chiusi nella loro camera..
In questo periodo storico così complicato, segnato dalla malattia, dall’isolamento, dalla lontananza dai propri affetti, a farne maggiormente le spese sembrano essere i giovanissimi.
Continuano i casi di minori che inspiegabilmente decidono di mettere fine alla loro breve esistenza, non lasciando un motivo, gettando nello sconforto genitori ignari, che non si immaginano neppur minimamente la tragedia che si sta consumando dietro quella porta chiusa ad un respiro da loro.
È ancora nella nostra mente la tragedia della bimba di 10 anni palermitana che si è tolta la vita si presume per auto soffocamento partecipando ad una sfida sul social Tik tok, ma le indagini sono ancora in corso.
Di questi giorni è la notizia di un’altra assurda morte, quella di un bambina 12 anni dall’altra parte dello stivale, a Borgofranco di Ivrea che si è tolta tragicamente la vita nel silenzio della sua stanza, domenica scorsa. È stato il papà a trovarla, poco dopo le 22, con la cintura dell’accappatoio stretta attorno al collo. Eppure poche ore prima aveva raccontato allo zio, i progetti futuri per le scuole superiori… sembrava serena.
Una terribile sfida sui social? Un disagio esistenziale nascosto?
Non si conosce l’origine del tragico gesto. La procura ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio contro ignoti.
In attesa che la polizia setacci a fondo il cellulare della piccola, sembra emergere una drammatica ipotesi. La bambina avrebbe infatti confidato a due amiche l’intenzione di compiere il gesto estremo. Anzi le due minori erano sul punto di condividere lo stesso destino che fortunatamente non hanno emulato. Ma i familiari non ci stanno e sono convinti che il gesto della piccola non possa essere un atto volontario. Lo zio della bambina punta il dito su Tik Tok e sul tempo che la piccola trascorreva immersa con la testa sullo schermo.
Quel che è certo è che i nostri ragazzi vivono immersi in una vita virtuale, fatta di web, di social e a volte di sfide (Challenge) terribili e incomprensibili.
“Siamo davanti ad una vera e complessa emergenza educativa. Contiamo a giorni alterni le bare bianche – dichiara Francesco Pira professore associato di sociologia della comunicazione all’università di Messina sulla Nazione, Carlino, Giorno – […] Dobbiamo lavorare con le scuole per educarli ai sentimenti e all’uso consapevole. E fare scuole per genitori per comprendere opportunità e rischi della Rete. Ma la società si deve fare carico attraverso un’alleanza educativa che veda istituzioni, famiglia, scuole, università, associazioni, insieme, per non fermare i sogni dei nostri ragazzi ipertecnologici, molto connessi ma con poche relazioni vere. Fragili e soli, ma sempre su unstagram, whatsapp e Tik Tok”.