Tribunale unico per la famiglia. Così “Veniamo a perdere la ricchezza della collegialità”. L’intervista a Cristina Maggia presidente AIMMF

Maggia (presidente associazione Italiana Magistrati Minorenni e Famiglia): “…la riforma era importantissimo che si facesse… ma… ha avuto un iter estremamente accelerato che non ha consentito alcuna riflessione

All’indomani della votazione del Senato, che il 21 settembre scorso ha approvato la riforma della giustizia minorile, con la realizzazione di un Tribunale unico per la famiglia e per i minorenni, la dottoressa Cristina Maggia, Presidente del Tribunale dei minori di Brescia, nonché dell’Associazione Italiana Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia, ha spiegato ai microfoni di Radio Bruno quali criticità questa riforma, seppure auspicata, nell’ottica in cui è stata formulata, porterebbe con sé.

Riportiamo di seguito il pensiero della dottoressa Maggia

“L’associazione Italiana Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia che rappresento, dal 2003 aveva proposto un tribunale unico per la famiglia e per i minorenni, che mettesse al centro tutte le vicende dolorose nelle quali i minori si trovano a causa delle disfunzionalità delle loro famiglie, quindi per noi, la riforma era importantissimo che si facesse.

Questa riforma in particolare, che ha avuto un iter estremamente accelerato che non ha consentito alcuna riflessione (l’emendamento sul tribunale unico è uscito il 7 settembre ed è stato approvato il 9 settembre, dalla commissione giustizia del Senato e il 21 settembre dall’aula del Senato), non è stato possibile interloquire con nessuno. Nessun addetto ai lavori ha potuto riflettere e portare delle proposte costruttive diverse.

Questa modifica – introdurrà un tribunale unico che invece, anche in ragione del fatto che non sono stati stanziati fondi per la sua realizzazione, riproporrà la struttura che il ministro Orlando aveva già cercato di introdurre, che è quella delle sezioni circondariali e della sezione distrettuale e non della costruzione di un ufficio unico, autonomo, con una sua propria capacità organizzativa.

Ma al di là di questo […] quello che veniamo a perdere è la ricchezza della collegialità ossia di decisioni prese da 4 magistrati, decisioni gravissime che possono portare all’allontanamento di un bambino, all’inserimento all’interno di una famiglia diversa dalla sua, a misure veramente serie, queste scelte saranno prese da un giudice, da un magistrato di carriera, quindi da un giurista solo, senza il conforto di altri colleghi e senza soprattutto il conforto dei giudici onorari, che sono gli esperti di materie umane che sono fondamentali, quando si tratta di minori e famiglia.

Come associazione, nell’ottica di collaborare ovviamente per questa riforma, abbiamo fatto proposte costruttive ed emendamenti di modifica della legge delega che, se recepiti, possono superare queste, che sono delle difficoltà che noi vediamo importanti”.