Che cosa accomuna lo scrittore Alessandro Manzoni, lo statista Camillo Benso Conte di Cavour, il compositore Giuseppe Verdi, la cantante e attrice Lina Cavalieri e il primo Presidente della Repubblica italiana Enrico De Nicola? Una scelta. Forse la più nobile della propria vita, compiuta poco prima di lasciare questa vita: quella di effettuare un testamento solidale. Ognuno di loro, infatti, ha destinato i propri averi, tutti o in parte, ad asili, orfanotrofi, istituti, ospizi, accademie, parrocchie.
Quella del testamento solidale è una scelta sempre più diffusa nel nostro Paese, come testimonia un’indagine effettuata su un campione di 700 notai italiani, pari al 14% dell’intera categoria. I dati raccolti rivelano che negli ultimi 10 anni il fenomeno dei lasciti solidali ha vissuto un notevole incremento.
Cresce infatti il numero di nostri connazionali che inseriscono una donazione solidale nelle loro ultime volontà: l’aumento, rilevato dal 22,5% dei notai intervistati, si attesterebbe intorno al 10-15% solo nell’ultimo decennio.
A donare sono soprattutto le donne: il 60% del totale. Nella maggior parte dei casi, naturalmente, si tratta di cifre non troppo alte: un donatore su due lascia non più di 20mila euro. Il 25% dei donatori dà in beneficenza tra i 20 e i 50mila euro. Il 18,1% dei lasciti, invece, ha un valore compreso tra i 50 e i 100mila euro, mentre solo l’8,5% di ciò che viene donato supera i 100mila euro.
“Gli italiani sono sempre più interessati ad approfondire il tema dei lasciti solidali – sostiene Albino Farina, consigliere responsabile del rapporti con il Terzo Settore e con le associazioni dei consumatori del Consiglio Nazionale del Notariato –: in ciò il ruolo ‘sociale’ del notaio diventa cruciale per fornire informazioni, senza alcun vincolo o impegno”. Nel momento di decidere a chi destinare i propri beni, prevalgono ancora ragioni personali (il 70%), ma un italiano su 4 è curioso di sapere a chi altro, al di là della famiglia, può riservare con un atto di generosità parte dei propri averi. Si tratta di un gesto d’amore semplice e alla portata di tutti, che non lede i diritti dei propri cari. I lasciti, infatti, compresi i più piccoli, rivestono un ruolo fondamentale nel permettere alle organizzazioni del Terzo Settore di continuare a svolgere il loro lavoro quotidiano. Una cospicua fetta di italiani ha iniziato a rendersene conto e a vuole saperne di più.
Rimane, però, un certo ritardo rispetto al resto del mondo. Secondo una ricerca pubblicata da Gfk Eurisko – Testamento Solidale, solo il 15,8% degli italiani con più di 55 anni hanno un’alta propensione al testamento, contro il 50% degli statunitensi e l’80% dei britannici. E a mettere nero su bianco le proprie intenzioni testamentarie è solo l’8% degli ultra 55enni, mentre il 5% è intenzionato a farlo e il 6% si dice incerto.
Fonte: Volontariatoggi