Multiculturali, ipertecnologici ma con attenzione alle relazioni, attenti alle regole e alla sostenibilità. Ecco chi sono i giovani di oggi
La generazione Z, sono definiti così gli adolescenti di oggi, i giovanissimi nati tra il 1997 e il 2012. Iper tecnologici, molto social, attenti all’ambiente e alla sostenibilità.
Sara Alfieri, psicologa e autrice del libro “Verso una nuova meta. Indagine Generazione Z 2020-2021” intervistata da Nostro Figlio, fa il punto su questa generazione. Conosciamo insieme alcune delle loro caratteristiche!
Multilinguismo e multiculturalità
La prima caratteristica che la dottoressa Alfieri evidenzia, parlando degli adolescenti di oggi è proprio questa. La generazione Z possiede una padronanza delle lingue maggiore rispetto alle generazioni precedenti. “È stata – sottolinea Sara Alfieri– la prima generazione a studiare almeno una lingua fin dalle scuole elementari, e per questo hanno una padronanza delle lingue inedita rispetto alle generazioni precedenti; in più sono abituati ad avere un vicino di banco di una cultura completamente diversa dalla propria”.
Ipertecnologici ma con attenzione alle relazioni
Seppure nativi digitali, “Per loro– spiega la psicologa- smartphone, tablet e videogiochi online sono tuttavia complementari e non sostitutivi delle relazioni face to face”.
Una generazione ricca di risorse
I giovani della generazione Z si sentono ricchi (in media) di cura e compassione: “La capacità di prendersi cura degli altri è la risorsa in assoluto più posseduta”. Di rispetto e responsabilità nel seguire le norme del proprio contesto sociale e culturale. Sentono di possedere mediamente competenze in diversi campi della vita (sociali, scolastici, sportivi…) Sentono di avere un atteggiamento per lo più positivo e di fiducia verso stessi e una buona qualità delle relazioni (familiari, scolastiche, tra pari).
Sostenibilità
Infine, la generazione Z è molto più attenta, rispetto ad altre generazioni, ai temi della sostenibilità sia ambientale che sociale. I comportamenti del singolo sono riletti in maniera più forte che in passato in connessione con la comunità. “La pandemia inoltre – si legge su Nostro Figlio- li ha resi consapevoli delle disuguaglianze della nostra società”.