Adolescenti oggi fra guerra e pandemia: “Occorre riscoprire il primato della relazione”

“…Peggio della pandemia ci sarebbe soltanto lo sprecare l’opportunità di cambiamento che questo tempo porta dentro di sé…!”

Viviamo in tempi difficili, non c’è che dire. La pandemia da coronavirus che da 2 anni ci accompagna, ha stravolto la nostra quotidianità, la nostra, salute, il modo di relazionarci con il prossimo e di dimostrare vicinanza ed affetto. E come se questo non bastasse, oggi, un terribile conflitto, nel cuore dell’Europa, ci rende tutti ancora più fragili, impauriti, sbigottiti di come, nel 2022, si possa ancora “fare la guerra” e distruggere la vita di milioni di persone innocenti.

I nostri ragazzi sono esausti. Non è questo il mondo in cui avremmo voluto che trascorressero la loro infanzia, la loro adolescenza. Un disagio profondo oggi li accompagna. Hanno bisogna di una guida. Di riscoprire la bellezza della “relazione”.

Sul web magazine In Terris, mons. Calogero Marino, si interroga su quali cambiamenti chiederà la pandemia al lavoro educativo.

“Perché – spiega Mons. Marino- davvero sarebbe folle pensare che finita l’emergenza sanitaria tutto tornerà come prima, e fa bene Francesco a dirci spesso che peggio della pandemia ci sarebbe soltanto lo sprecare l’opportunità di cambiamento che questo tempo porta dentro di sé!”

Pandemia e rivoluzione digitale: il cambiamento in atto

I giovani di oggi, sono nativi digitali. Già prima dell’arrivo della pandemia abbiamo constatato più volte come gli adolescenti vivano con gli occhi incollati sullo schermo, immersi una realtà virtuale, al di fuori dal tempo e dallo spazio che noi adulti siamo abituati a concepire e la pandemia, attraverso l’isolamento non ha fatto altro che accentuare questo atteggiamento.

La pandemia – spiega Mons. Marini su In Terris – peraltro, è arrivata nel pieno della rivoluzione digitale, che già prima del virus chiedeva a tutti di vivere in modo nuovo il tempo e lo spazio, le due coordinate che, dall’invenzione della ruota in poi, hanno segnato e segnano tutti i cambiamenti d’epoca. Rivoluzione digitale e pandemia chiedono agli educatori (e anche alla Chiesa!) di ri-trovare un intreccio, umanamente sostenibile, tra il tempo e lo spazio. Perché è in atto una “riconfigurazione della geografia della vita sociale, sganciando l’esperienza dal luogo, riscrivendo i luoghi della vicinanza e della lontananza, rendendo pubblico il privato” (Giaccardi)”.

Ritroviamo il primato della relazione

È “Questa – spiega Marini– la sfida che questo tempo ci consegna. Ed è per questo che sono contento di accompagnare gli adolescenti della mia Diocesi di Savona all’incontro del Papa con tutti gli adolescenti italiani, il 18 aprile, a Roma. Per stare con loro, e per essere con loro discepolo di Gesù, accogliendo il suo invito: “Seguimi!”. Ci possono ispirare, ancora una volta, le parole della Evangelii Gaudium: “Oggi, quando le reti e gli strumenti della comunicazione hanno raggiunto sviluppi inauditi, sentiamo la sfida di scoprire e trasmettere la “mistica” di vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di prenderci in braccio, di appoggiarci, di partecipare a questa marea un po’ caotica che può trasformarsi in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio” (n. 87)”.