Riscrivere le regole dello stare insieme in famiglia, ripensare gli spazi della casa e condividere insieme anche i giochi su internet e i social. Una strada per superare le difficoltà. Insieme
Lo si è detto più volte: pandemia e conseguente lockdown hanno stravolto la vita delle famiglie, tanto a livello psicologico quanto pratico; che poi, si sa, le due cose sono strettamente collegate e influiscono una sull’altra. Ecco perché, per cercare di superare indenni questo (ennesimo) periodo di convivenza forzata, la chiave sta nel riuscire a rendere la casa il luogo nel quale vengono tutelati tutti i componenti della famiglia; dove riscoprire quel senso domestico di “rifugio sicuro” che nella frenetica vita “di prima” si stava un po’ perdendo e che ora, invece, è indispensabile per fortificate il proprio senso di appartenenza.
Anche, e soprattutto, in famiglia l’unione fa la forza
A parlarne con il quotidiano Libero è la psicologa delle relazioni Claudia Fabris, che non ha dubbi nel porre come primo suggerimento quello di “Iniziare a considerare la propria famiglia come gruppo di soggetti uniti tra loro che, insieme, affrontano tutta una serie di sfide che si sono presentate”.
Per queste “sfide”, però, non servono armi particolari, se non quelle dell’aiuto reciproco e di qualche semplice regola da rispettare. Per esempio – suggerisce la dottoressa nell’articolo – ripensare gli spazi di casa cercando di trovare un momento di svago: dall’aperitivo preparato a turno in cucina e portato agli altri componenti della famiglia in sala, alla decisione di organizzare una serata “cinema” tutti insieme in salotto.
Complicità e condivisione
Il segreto, che, poi, tanto segreto non è, è riscoprire il gusto della complicità e del fare le cose insieme, salvaguardando, però, nel contempo, gli spazi di intimità individuali. In quest’ottica può esser utile ripensare la scansione del tempo, trovare nuove abitudini, una cosa che può dare a tutti un senso di sicurezza nonostante le incertezze della pandemia. Perché la condivisione aiuta ad appianare le differenze generazionali e fornire comprensione reciproca. Ecco, allora, che condividere i social può essere un’iniziativa importante, innescando uno scambio in cui sono i figli, più giovani, a guidare i genitori.
Grande attenzione, infine, dovrebbe essere data al momento dei pasti, piccoli microcosmi in cui ciascuno può dare il suo contributo (apparecchiare, cucinare, sparecchiare…) per poi tornare, insieme, a giocare, tenendosi su il morale a vicenda. Perché – conclude la dottoressa Fabris: “Ci sono due modi per affrontare le nostre paure: con ottimismo e fiducia, oppure con sentimenti pessimistici”. Inutile dire quale sia l’approccio migliore, l’unico che, anche non risolvendo direttamente il problema, può regalare la forza necessaria a superare comunque il momento di difficoltà.