Cyberbullismo. Nel 2021 i casi sono aumentati del 59%: ora c’è una app per scuole e studenti

L’app agevola il referente scolastico nel monitoraggio e individuazione dei casi potenzialmente pericolosi. Già 400 scuole la stanno utilizzando.

 L’emergenza sanitaria, il distanziamento, i ripetuti lockdown, la dad… Da marzo 2020 la vita dei giovanissimi è stata stravolta, come quella di noi adulti nella sua quotidianità. Ma i bambini e gli adolescenti ne hanno sofferto maggiormente, colpiti e limitati nelle loro interazioni sociali proprio durante il periodo della crescita, proprio quando il contatto con amici, insegnanti, con la “vita” è per loro così importante.

Alla vita reale, i giovanissimi hanno sopperito attraverso una vita virtuale, una realtà dove bambini ed adolescenti troppo spesso “navigano” da soli, ma le notizie che appaiono costantemente sopra i giornali hanno da tempo confermato che neanche la “rete” è un luogo sicuro.

Così, se lasciate le aule scolastiche potevamo pensare che figli e nipoti potessero essere al riparo di episodi di bullismo, da un articolo di Famiglia Cristiana apprendiamo che nel 2021, complice il raddoppio del tempo trascorso connessi, sono aumentati del 59%, i casi di un altro tipo di bullismo, quello che cammina attraverso la rete: il cyber bullismo. Il 37% degli studenti tra i 13 e i 15 anni ne è vittima mentre il 31% dei minori ha subito violenza fisica.

Cos’è il cyber bullismo?

L’art. 2 della legge n.71 del 2017, definisce cyberbullismo: “qualunque forma  di  pressione,  aggressione,   molestia,   ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento  illecito  di  dati personali in danno  di  minorenni,  realizzata  per  via  telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi  ad  oggetto  anche uno o  più  componenti  della  famiglia  del  minore,  il  cui  scopo intenzionale e predominante sia quello di  isolare  un  minore  o  un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco  dannoso, o la loro messa in ridicolo”.

L’Italia– sottolinea Famiglia Cristiana– è stato il primo paese Europeo ad introdurre la parola cyber bullismo all’interno del proprio ordinamento -ma- nonostante l’impegno e le disposizioni normative, manca ancora un sostegno adeguato alle Scuole per l’attivazione dei presidi anti-bullismo previsti dalla Legge N. 71 del 2017. È ancora sconosciuta, in molte realtà, la figura del docente referente: solo l’11,5% delle Scuole conosce in maniera approfondita le linee guida Orientamento 2021 e meno del 50% ha attuato il protocollo di presa in carico delle situazioni di bullismo e cyber bullismo (Fonte: Studenti.it, 2021)”.

 Proprio per aiutare a sradicare il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo è nata Convy School, si tratta di un’applicazione per scuole e per studenti che, spiega Famiglia Cristiana, agevola “il referente scolastico nel monitoraggio e individuazione dei casi potenzialmente pericolosi, permettendo, inoltre, l’analisi dei dati anonimi da parte delle istituzioni per monitorare e tracciare il fenomeno”. Per maggiori informazioni QUI