Al fine di accedere ai fondamentali servizi per entrare nel mondo del lavoro, le persone con disabilità devono ottenere il riconoscimento del loro status. Spesso la certificazione della disabilità è un percorso difficile, colmo di disparità ed errori
Le persone con una disabilità, come la sindrome Down, per accedere a prestazioni, agevolazioni e servizi, devono ottenere il riconoscimento della disabilità attraverso appositi percorsi di accertamento.
Tuttavia, le procedure sono spesso difficili, colme di ostacoli e disparità per le famiglie e le persone coinvolte.
Lavoro e sindrome di Down
Nel 2022, una ricerca ha un’indagine per analizzare le prassi adottate nella valutazione della disabilità e le loro criticità, su 417 casi in Italia.
L’indagine ha evidenziato come vi siano ancora difformità applicative e errori nella certificazione della disabilità delle persone con sindrome di Down.
Per esempio, il 6% degli interessati percepisce attualmente l’indennità di frequenza e il 32% l’ha percepita in passato, anziché vedersi riconoscere l’indennità di accompagnamento.
Inoltre, il 40,8% delle famiglie ha tentato di far modificare i verbali di valutazione con varie modalità, tra cui il ricorso al giudice.
L’accesso al lavoro
L’aspetto più preoccupante riguarda però il lavoro. Per accedere al sistema di collocamento mirato (legge 68/1999) è necessario essere in possesso della relativa valutazione.
A quanto pare, solo il 48,2% dei maggiorenni con sindrome di Down ha questo verbale.
Il rimanente 51,8% è privo del riconoscimento ex legge 68/1999 o perché non l’ha richiesto o perché è in attesa di convocazione o perché è stato dichiarato incollocabile.
Di conseguenza, l’esclusione da percorsi di collocamento mirato riguarda il 46% dei maggiorenni intervistati.
Non sorprende quindi che solo il 17,3% dei maggiorenni con sindrome di Down svolga attività lavorativa. Anche in questo caso le disparità territoriali sono rilevanti: il Nord Ovest ha il 44% di intervistati inseriti nel mondo del lavoro, una percentuale doppia a quella del Mezzogiorno.
Altre criticità emerse nei procedimenti di accertamento, sono le revisioni e le voci fiscali mancanti in alcuni verbali.