Educatori professionali senza laurea: continua il dibattito. La posizione del Forum Terzo Settore Lombardia, Cnca, Uneba e Aci Welfare

Per carenza di personale e eccessivo turn overin Lombardia, solo nel tempo recente ,hanno chiuso sette comunità educative e altre rischiano di farlo. Il sistema della cura deve avere priorità nell’agenda politica

Il dibattito sui titoli di studio degli educatori professionali ha avuto il merito di accendere una doverosa luce su un settore fondamentale ma allo stesso tempo non abbastanza considerato dalle istituzioni, tanto da registrare, un’emorragia sempre più ampia, alla quale, nell’ultimo periodo si sta cercando di porre rimedio.

Dopo l’articolo pubblicato da Ai.Bi. QUI sulla delibera pubblicata da Regione Lombardia riguardante: “Le figure professionali socio educative che operano nelle unità d’offerta sociale e il dibattito sollevato QUI Nei giorni scorsi sono stati il Forum Terzo Settore, Cnca, Uneba e Aci Welfarea voler far sentire la propria voce, a riportarla è il Redattore Sociale

 La posizione del Forum Terzo Settore Lombardia, Cnca, Uneba e Aci Welfare 

 “La DGR 6443 Regione Lombardia del 31maggiou.s. – affermano Forum Terzo Settore Lombardia, Cnca, Uneba e Aci Welfare- è frutto di un intenso lavoro di riflessione, approfondimento, confronto, elaborazione condotto con la regione Lombardia dalle diverse realtà che si occupano di accoglienza residenziale (Cnca, Forum terzo settore Lombardia, Aci Welfare, Uneba), a partire dalla forte preoccupazione che da tempo attraversa il ‘mondo dell’accoglienza ‘relativamente alla difficoltà di ‘tenuta’ delle comunità residenziali anche a causa della comprovata fatica a reperire educatori professionali”.

il Forum Terzo settore Lombardia spiega, come riporta il Redattore Sociale, che la questione è complessa e riguarda 

“l’attenzione negata – in termini culturali, politici e di investimento economico – al lavoro di cura, al lavoro sociale in senso lato”.  “Intendiamo – sottolinea il Forum- continuare a lavorare nella direzione di un cambio di paradigma capace di restituire dignità piena al lavoro sociale e agli operatori socio – educativi”.

La delibera della Regione Lombardia cerca di tamponare, ‘transitoriamente’ un’emorragia evidente.

L’obiettivo? Trovare soluzione ad un “momento emergenziale – spiegano le associazioni- di estrema complessità, con l’obiettivo prioritario di contrastare la chiusura delle comunità residenziali per carenza di personale e/o eccessivo turn over” Nell’ultimo periodo, come ricordano gli enti, sono state infatti sette, solo in Lombardia  le comunità educative che  hanno chiuso e a rimetterci sono come sempre i più vulnerabili.

L’importanza di una comunicazione chiara 

Forum Terzo Settore, Cnca, Uneba e Aci Welfare infine, tengono a precisare come “la delibera regionale, non elimini affatto l’obbligo di avere una laurea in Scienze dell’educazione e della formazione (L 19) per svolgere la professione di educatore professionale socio-pedagogico previsto dalla normativa nazionale, ma piuttosto introduce, in via transitoria, la possibilità d’inserire in equipe anche operatori con titoli diversi dalla laurea L19, seppur solo ad alcune condizioni e soltanto in subordine alla dimostrata impossibilità di individuare personale socioeducativo in possesso delle caratteristiche previste”.

Se da un lato quindi, le associazioni rimarcano la necessità di un’informazione che sia il più possibile chiara e coerente con il testo regionale: “evitando rigorosamente– sottolineano-  errate interpretazioni impropriamente estensive di quanto previsto che rischiano peraltro di alimentare aspettative professionali decontestualizzate”, dall’altro Forum Terzo settore, il Cnca, Uneba e Aci Welfare evidenziano la necessità di “considerare il sistema della cura priorità nell’agenda politica”.

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