Genitori protettivi? Giusto esserlo, ma senza esagerare

Il bambino ha il diritto di scoprire il mondo e appropiarsene

Genitori iper-protettivi? Il rischio è quello di rendere i figli insicuri, quindi bisogna cercare di evitare gli eccessi. Certo, proteggere i propri figli è giusto e sacrosanto ma… con limiti dettati dal buonsenso. A parlarne, recentemente, sul magazine Aleteia.org, è stata Inès de Franclieu, saggista in materia di amore coniugale e famiglia. “Siamo tutti d’accordo – spiega l’autrice – nell’affermare che è naturale proteggere i bambini dagli incidenti. Sarebbe tuttavia opportuno porsi la seguente domanda: ‘Di quale sicurezza ha realmente bisogno mio figlio?’. Questa domanda può forse scuoterci e farci prendere coscienza che “mettere al mondo” significa anche correre un rischio importante: quello della vita. Nessuno può aspettarsi di attraversarla senza nessun tipo di incidente”.

“Quale bambino – spiega ancora – dopo essersi arrampicato un po’ troppo in alto su un albero o aver scalato una roccia ripida o aver saltato da un’altezza irragionevole, non ha esclamato allegramente: ‘Guarda mamma come sono bravo!’. Qual è allora la nostra reazione? Se è guidata dall’emozione di preoccupazione e di sorpresa iniziali, ci sono delle buone probabilità che la gioia del nostro bambino venga rapidamente annientata dalle nostre urla di spavento di fronte agli ostacoli incontrati (ma superati!) e dalle nostre grida di indignazione di fronte alla sua disobbedienza. Tuttavia, padroneggiare questa prima reazione (naturale) e congratularsi con la sfida superata, non significa approvare la sua disobbedienza. Infatti cominciare con l’ammirare la sua performance, ci permetterà poi di fare il punto della situazione con il suo atteggiamento. Il bambino, poiché è riconosciuto nelle sue capacità, accetterà di ascoltare ciò che gli dicono i genitori sull’obbedienza richiesta e la prudenza da rispettare, perché queste parole non saranno più quelle dettate dalla rabbia, ma quelle di un educatore che vuole far crescere bene il proprio figlio”.

Accettare il rischio della vita – conclude l’autrice – significa lasciare che il nostro bambino scopra il mondo, che se ne appropri”.

Chiunque volesse approfondire o avesse necessità di supporto professionale, può contattare il CEFAM – Centro Europeo Formazione Accoglienza Minori al numero 3400088431 oppure scrivendo all’indirizzo mail cefam@fondazioneaibi.it