Mio figlio adolescente frequenta amici che non mi piacciono. Cosa devo fare?

Gentile redazione, non riconosco più mio figlio adolescente.

Prima scherzoso, educato, sorridente in famiglia, oggi ci parla a mala pena, contesta ogni nostro consiglio. Frequenta amici che conosciamo appena. Da quando trascorre la maggior parte del tempo con loro è cambiato nell’atteggiamento, nel modo di vestire… Io e mio marito temiamo che queste amicizie lo stiano portando su una cattiva strada. Non sappiamo cosa fare. Potete darci qualche consiglio?

Grazie

Marina

Cara Marina,

con l’arrivo dell’adolescenza i nostri figli, che prima condividevano con noi gran parte del loro tempo, iniziano ad ambire ad un loro spazio di autonomia. Contrastano le regole imposte in famiglia, in cerca della propria indipendenza e di una propria identità.  Vorrebbero trascorrere la maggior parte del loro tempo fuori dall’ambito familiare in compagnia degli amici e dei primi amori.

Fin qui tutto nella norma.

Ma i ragazzi adolescenti sono anche esseri vulnerabili di fronte ai condizionamenti dei mondo esterno e potrebbero essere attratti e coinvolti da compagnie di amici non propriamente adatti a loro se non addirittura poco raccomandabili.

Quando è il caso di correre ai ripari?

Sono tre i livelli di allarme a cui prestare attenzione. Ce ne parla Alateia riportando in un articolo quanto descritto dalla psicologa e psicoterapeuta Elena Buday, su Psicologia contemporanea.

Fin quando i nostri figli si limitino a modificare, anche in maniera rilevante, gusti, linguaggio ed abitudini, ci troviamo ancora in un livello di allarme leggero, dove tutto, normalmente, rientra nel processo fisiologico di crescita del minore.

Quando invece gli adolescenti inizino a contestare “vivacemente” l’autorità di mamma e papà, le regole e i valori familiari  in rapporto al gruppo di amici frequentato, dobbiamo innalzare il nostro livello di attenzione. In questo caso, come suggerisce Alateia riportando il pensiero della psicologa “è consigliabile  consultarsi con un esperto per decodificare correttamente il significato ed il peso specifico da attribuire alle manifestazioni osservate, senza spaventarsi, ma anche senza minimizzare”.

Quando i figli risultino invece incontrollabili da un punto di vista educativo, si allontanino spesso da scuola, facciano uso di sostanze stupefacenti o commettano atti illegali ci troviamo di fronte ad una soglia di allarme “grave”. In questo caso come sottolinea Alateia: “le origini del problema difficilmente possono essere ricondotte esclusivamente alla frequenza del ragazzo con gruppi di riferimento devianti, spiega la dottoressa. Generalmente si tratta dell’emergenza di difficoltà evolutive più generali e antiche che attengono al contesto ambientale nel suo complesso. In questi casi è essenziale che la famiglia si rivolga ad un serio professionista in quanto è elevato il rischio che si strutturino stabilmente disturbi comportamentali o della personalità nel suo insieme”.

Cara Marina,  sarebbe bello poter proteggere i nostri figli da ogni pericolo e sofferenza, ma questo purtroppo non è possibile. Lei continui a vegliare sulla sua crescita, cerchi di offrirgli degli strumenti che lo mettano in guardia dai pericoli e se ritiene di dover vietare qualche attività a suo figlio non dispensi divieti categorici ma si sforzi di accompagnare la sua richiesta con motivazioni chiare e convincenti.

Se vuole approfondire l’argomento, non esiti a contattarci al 3400088431 oppure scrivendo all’indirizzo mail cefam@fondazioneaibi.it

 Staff AIBC