Riforma Cartabia in vigore al 28 febbraio 23. Cosa cambierà con il rito unico per separazioni, divorzi?

Tra le novità: “Le parti dovranno dedurre, prima della prima udienza, tutti gli elementi del loro contrasto e sarà eliminata nei procedimenti di separazione e divorzio, l’udienza presidenziale”

Grandi novità agitano le acque della giustizia civile italiana.

Il governo ha deciso di anticipare l’applicazione del rito unico per separazioni, divorzi e gli altri giudizi civili che coinvolgono famiglia e minori, voluto dalla riforma Cartabia, previsto per il 30 giugno 2023

Lo scorso 22 dicembre 2022 è stato approvato, infatti, un emendamento alla legge di bilancio che anticipa l’entrata in vigore del D.lgs. n. 149 del 2022. Tutti i processi introdotti dopo il 28 febbraio 2023, saranno quindi soggetti al nuovo rito.

Un’anticipazione, spiega il Ministero di Giustizia, come riportato dal Sole 24 Ore voluto– alla luce di interlocuzioni con la Commissione Ue sul monitoraggio delle riforme previste dal Pnrr”.

Cosa cambierà con il rito unico?

Vediamolo insieme grazie all’aiuto del Sole 24 Ore:

  1. Di fatto, le parti (coniugi, partner e genitori) dovranno dedurre, prima della prima udienza, tutti gli elementi del loro contrasto, attraverso lo scambio di scritti difensivi”.
  2. “Il nuovo schema eliminerà, nei procedimenti di separazione e divorzio, l’udienza presidenziale, oggi occasione per chiedere i provvedimenti provvisori. Si potranno ottenere “provvedimenti indifferibili” solo in alcuni gravi casi. Mentre un percorso più veloce si aprirà per le vicende con abusi familiari”.
  3. “Per il tribunale per i minorenni si ridurrà la possibilità di delega ai giudici onorari”.

I professionisti del settore sono in allarme:

Suscita sconcerto -dichiarano in una nota la presidente del Consiglio nazionale forense, Maria Masi e il coordinatore dell’Organismo congressuale forense, Mario Scialla – la decisione del Governo di anticipare l’entrata in vigore delle disposizioni più rilevanti della riforma del processo civile al 28 febbraio 2023. 

L’emendamento governativo alla legge di Bilancio, con l’anticipazione delle principali novità del rito civile, stride peraltro con la decisione di posticipare, invece, la riforma del processo penale e soprattutto appare del tutto irragionevole e disfunzionale visto il caos in cui getterà cancellerie, magistrati e avvocati”.