Cieco è colui che non vede nell’accoglienza la possibile fecondità celata dalla sterilità

Si rinnova anche in questo mese di febbraio la tradizione secondo cui le famiglie adottive e affidatarie della comunità La Pietra Scartata si ritrovano per recitare insieme il Santo Rosario per i bambini abbandonati di tutto il mondo. Il commento e la preghiera che accompagnano il brano dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,39-45) sono a cura dei coniugi Grazia e Massimo Ranuzzi (Comunità Regione Lazio)

Vangelo secondo Luca (Lc 6,39-45)

In quel tempo, Gesù disse loro anche una parabola: “Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello. Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.

Commento

Qual è la cecità di cui parla Gesù? A tal proposito può esserci d’aiuto una bella poesia di Trilussa:

Quella vecchietta ceca che incontrai la notte che me persi in mezzo ar bosco,
me disse: “Se la stra nun la sai te ci accompagno io, che la conosco”.
Se ciai la forza de venimme appresso de tanto in tanto te darò una voce
finno là in fonno, dove c’è un cipresso, fino là in cime, dove c’è la Croce.”
Io risposi: sarà … ma trovo strano che me possa guidà chi nun ce vede.”
La ceca, allora, me pijò la mano e sospirò: “Cammina”. Era la fede.

La cecità di cui parla Gesù è allora in riferimento alla nostra fede nel DIO MISERICORDIOSO. Cieco è colui che non sperimenta la misericordia di Dio donatagli in Cristo. Non vedere nell’accoglienza la possibile fecondità celata dalla sterilità. Pretendere di superare la infertilità facendo ricorso solo a strade di presunta onnipotenza riproduttiva. Solo la misericordia può salvare l’uomo dalla sfiducia.

Il male che io condanno nel fratello è sempre una piccola cosa rispetto al male che commetto io arrogandomi il diritto di giudicarlo. Il giudizio senza misericordia nei confronti di una colpa grave è sempre più grave della colpa stessa. Chi critica se stesso invece degli altri, si scopre bisognoso di misericordia quanto e più degli altri. Questa misericordia gli toglie la cecità e lo libera della trave, rendendolo capace di vedere bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del fratello.

 

Preghiamo

Nel primo mistero gaudioso ricordiamo l’annunciazione dell’Angelo a Maria Santissima

Preghiamo per tutti i bambini abbandonati perché al più presto possano sperimentare la misericordia di Dio grazie ad una famiglia che li accolga come figli.

 

Nel secondo mistero gaudioso ricordiamo la visita di Maria Santissima a Santa Elisabetta

Preghiamo per tutte le coppie in attesa perché possano al più presto sperimentare nell’accoglienza del figlio la bellezza dell’amore di Dio.

 

Nel terzo mistero gaudioso ricordiamo la nascita di Gesù nella grotta di Betlemme

Preghiamo per tutti coloro che con la loro cecità ostacolano la realizzazione dell’incontro d’amore di un bambino abbandonato con la famiglia d’accoglienza.

 

Nel quarto mistero gaudioso ricordiamo Gesù che viene presentato al Tempio da Maria e Giuseppe

Preghiamo per noi famiglie adottive e affidatarie perché la nostra testimonianza diventi immagine dell’Amore Misericordioso di Dio.

 

Nel quinto mistero gaudioso ricordiamo il ritrovamento di Gesù tra i dottori nel Tempio

Preghiamo per il nostro Santo Padre Papa Francesco autentico testimone del DIO MISERICORDIOSO.