Fecondazione assistita. Dopo ben otto tentativi abbiamo finalmente abbracciato nostra figlia in Russia

Otto tentativi falliti di fecondazione assistita e poi … l’incontro con nostro figlio adottivo. “La corsa ad ostacoli per adottare mio figlio”, lettera di una famiglia adottiva, a La Verità.”Speriamo che con il governo gialloblù qualcosa cambi

Mia moglie e io siamo due felicissimi genitori di una bimba russa adottata nel 2011. Anche noi abbiamo optato ini-zialmente per la fecondazione assistita, con tutte le limitazioni della legge 40. Ben otto tentativi, di cui l’ultimo in Austria. Tutti non andati a buon fine.”

Inizia così la lettera di una coppia adottiva, Alberto e Valeria, inviata a La Verità in risposta ad un articolo in cui si evince la predilezione di molte coppie per la pratica della fecondazione eterologa o dell’utero in affitto rispetto all’adozione internazionale.

Ci avevano quindi proposto la tecnica dell’utero in affitto all’estero come ultima spiaggia, con costi esorbitanti. Parlando però con mia moglie ci siamo resi conto che, oltre al fatto che così avremmo sfruttato qualche poveraccia, il bambino non sarebbe stato in ogni caso nostro dal punto di vista biologico. E da lì è maturata la convinzione e soprattutto la consapevolezza che un figlio non è solo Dna, ma soprattutto amore.”

E’ così ha inizio il loro viaggio verso l’incontro con una figlia già nata che li attendeva in Russia.

“L’iter per l’adozione è stato a dir poco terrificante: cominciando con gli incontri ai servizi sociali, in cui sia-mo stati trattati come dei falliti, per poi finire davanti al tribunale dei minori per ottenere l’idoneità. Da quel punto in poi, abbiamo optato per l’adozione internazionale, in quanto quella nazionale pratica-mente non esiste (business degli affidi). Ci siamo quindi rivolti a un ente accreditato, in cui ci siamo trovati bene (fattore, certo, estre-mamente soggettivo). Quindi abbiamo percorso tutto il tragitto che ci ha portato in Russia – vi risparmio tutta la parte burocratica perché mi ci vorrebbe un libro, avrò prodotto 10 o 20 chili di carte e dopo tre estenuanti viaggi, finalmente siamo tornati a casa con nostra figlia. Abbiamo speso circa 27.000 euro e ci è andata bene. Conosciamo coppie che hanno fatto due o tre viaggi inutili, solo perché l’abbinamento con il bambino non è andato a buon fine.  Queste persone hanno superato abbondantemente i 30.000 euro di spesa. Ecco il punto: i costi proibitivi e la buro-crazia. Conosciamo tante coppie che sarebbero felici di adottare. Ma queste cifre non sono alla portata di tutti. Ci vorrebbe più sensibilità da parte dei politici, invece la sinistra ha sempre avuto a cuore coppie di fatto e single. Speriamo che con il governo gialloblù cambi qualcosa.”

 

Fonte La Verità