Allarme suicidio tra gli adolescenti nell’era digitale

Secondo gli studi, come negli Stati Uniti, anche in Italia, molti giovani mostrano sintomi affettivo-ansiosi o depressivi e Disturbi Specifici di Apprendimento. L’introduzione degli smartphone ha rappresentato un punto di svolta, trasformando l’esperienza adolescenziale in un esperimento sociale senza precedenti

Come avevamo già approfondito in un articolo precedente (qui)negli Stati Uniti, il fenomeno dei suicidi tra gli adolescenti ha registrato un incremento allarmante, più che raddoppiando dal 2010.
Secondo gli studi un marcato aumento dei tassi di depressione e ansia tra i giovani americani, con un picco particolarmente preoccupante di suicidi tra le ragazze di età compresa tra i 10 e i 14 anni. L’analisi suggerisce che l’introduzione degli smartphone all’inizio degli anni 2010 abbia rappresentato un punto di svolta, trasformando radicalmente l’esperienza adolescenziale in un esperimento sociale senza precedenti.

Intanto, in Italia

La situazione in Italia riflette tendenze simili, come evidenziato da uno studio della Fondazione Gemelli IRCCS in collaborazione con Unicef e l’UOS di Psicologia Clinica. Il 39% dei giovani italiani analizzati mostra sintomi affettivo-ansiosi o depressivi, con quasi la metà che presenta Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA).

La risposta di Jonathan Haidt

Come detto nel nostro approfondimento precedente, il docente di psicologia sociale alla Stern School of Business della New York University, Jonathan Haidt, aveva analizzato in profondità la questione.
Haidt critica quello che definisce un’infanzia basata sul telefono, sottolineando come l’iper protezione genitoriale e la limitazione delle esperienze di gioco all’aperto abbiano contribuito al declino della salute mentale adolescenziale.
Per invertire questa tendenza, propone quattro strategie per i genitori: incentivare il gioco non supervisionato, limitare l’uso degli smartphone, vietare i telefoni a scuola e promuovere politiche scolastiche restrittive.
In conclusione, Haidt invita a una riflessione collettiva sull’impatto delle tecnologie digitali, auspicando un cambiamento culturale che possa garantire agli adolescenti un futuro più sano e equilibrato.