Lockdown e isolamento hanno fatto crescere del 30% il numero di adolescenti che hanno sofferto di anoressia e bulimia nervosa nel primo semestre dell’anno
Che il lockdown, per quanto limiti i danni del Coronavirus, provochi disturbi di altro tipo nelle persone, specie tra i ragazzi, è cosa ormai nota. A confermarlo arriva, ora, un’indagine Survey i cui risultati sono stati diffusi dal Ministero della Salute e sottolineati in un articolo di Avvenire.
Sotto la lente di ingrandimento sono finiti gli squilibri alimentari, con anoressia e bulimia nervose in prima fila.
Numeri preoccupanti per l’aumento di disturbi alimentari
Comparando i numeri, per quanto provvisori, del primo semestre 2020 con quelli dell’anno precedente, l’aumento è di circa il 30%: 230.458 contro 163.547. Una differenza notevole, soprattutto se si pensa che l’emergenza non è certo finita.
Ad essere aumentati, in particolare, sono i soggetti di sesso maschile, prima minoritari nel computo dei casi di bulimia e anoressia, una malattia che, va ricordato, è la seconda causa di morte nella fascia 12 – 18 anni dopo gli incidenti stradali.
A pesare, chiaramente, è il protrarsi della situazione di lockdown, che da un lato ha isolato i ragazzi tenendoli forzatamente a casa, senza contatti con gli amici e annullando le occasioni di socialità, dall’altro ha costretto le strutture apposite a sospendere le attività e chiudere gli accessi.
Manca la possibilità di curare al meglio i pazienti
Anche la sostituzione dei colloqui personali con videochiamate non ha giovato alla situazione, impendendo soprattutto la valutazione nutrizionale da cui parte qualsiasi percorso di cura.
“Bisogna sapere – riporta nell’articolo di avvenire Stefano Bertomoro, vice-presidente dell’organizzazione di volontariato Coordinamento nazionale disturbi alimentari – che non si muore per anoressia e bulimia, ma per la mancanza di cure. E la cura è più efficace se la persona affetta da un disturbo del comportamento alimentare viene seguita da un’équipe multiprofessionale in tutte le fasi della malattia”