Congo. Mika a 12 anni divide ancora il letto con altri due bambini e non è mai andato a scuola

Il bambino non ha mai conosciuto i propri genitori biologici: abitava coi nonni a Ndosho, quartiere a nord-ovest della città di Goma, prima di essere portato al Centro FED insieme alla sorella minore

La nonna lo ha lasciato al Centro lamentandosi che non fosse obbediente, ma in realtà era lasciato a se stesso e vagava per le strade con la sorella e altri bambini a elemosinare cibo. Attraverso la scelta di un’adozione a distanza potrà iniziare a vivere una vita migliore.

Mika, bambino di 12 anni, è arrivato al Centro FED (Femme et Développement) di Goma, in Repubblica Democratica del Congo, quasi sei mesi fa. Lo ha portato lì la nonna che, stando a quanto racconta il bambino, si lamentava dicendo che lui non fosse obbediente. Il piccolo è orfano dalla nascita di entrambi i genitori ed è cresciuto con i nonni a Ndosho, quartiere a nord-ovest della capitale congolese.

I primi tempi era molto arrabbiato con la nonna perché lo aveva lasciato al Centro, ma oggi dice di essere felice di quella scelta, dato che ora ha una nuova possibilità. All’inizio si mostrava timido e si è chiuso in sé stesso, ma poi gli altri bambini l’hanno avvicinato e lo hanno coinvolto nei loro giochi.Ora ha tre amici: Etienne, Fazili e Jacques. Quando non stanno giocando a calcio o a dama, i quattro chiacchierano tra loro.

Mika non è mai andato a scuola: i nonni non avevano i mezzi per dare ai loro nipoti un’istruzione. Quando abitava dai nonni, la mattina si metteva davanti a casa per veder passare gli altri bambini nelle loro divise scolastiche, con pantaloni blu e camicia bianca. Avrebbe voluto essere come loro e imparare tante cose. Invece passava tutto il giorno con la sorella ed altri bambini a vagare per le strade, elemosinando del cibo in giro con il rischio di essere rapiti o investiti da un’auto. Anche per questo, Mika ripete sempre di essere contento di stare al Centro FED, perché ora può mangiare tre volte al giorno e non più una sola alla sera.

Divide il letto con altri due bambini e spesso gli capita di parlare nel sonno e fare degli incubi. Non andando ancora a scuola, la mattina gioca con gli amici che rimangono al Centro. Dopo pranzo vanno tutti a fare un sonnellino, poi siccome fa ancora caldo si siede con gli altri bambini a chiacchierare. Ha già un sogno nel cassetto: diventare un meccanico. Lui dice che riparerà le macchine altrui e ne creerà una propria, con il suo nome. Mika racconta che vorrebbe restare al Centro, avendo trovato il suo spazio qui, e che pensa di poter andare a trovare i nonni qualche volta. Fa ancora fatica a parlare dei genitori senza avere le lacrime agli occhi e dice che a volte gli mancano molto e si sente solo, ma grazie alle attenzioni degli operatori e alla simpatia dei suoi compagni di giochi, questa malinconia passa in fretta.

Aspetta anche lui l’abbraccio di chi sceglierà  di prendersi cura di lui attraverso l’adozione a distanza, com’è già successo alla sua sorellina: in questo modo, sarà possibile sostenere Mika dal punto di vista nutrizionale e sanitario, verificando altresì la possibilità di accompagnarlo nel proprio percorso scolastico e cercando nel contempo eventuali altri membri della sua famiglia. Nel corso di questo lavoro di ricerca dei familiari, gli operatori del Centro FED veglieranno anche sulle sue condizioni psico-fisiche, aiutandolo a crescere il più possibile con serenità e a realizzare il suo desiderio: aprire un’autofficina, come tutti i bravi meccanici!

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