Adozione internazionale. L’arrivo di Chan: “E’ saltato subito in braccio a me chiamandomi mamma e abbracciando il papà!”

Arriva dalla Cina il racconto di Simona e Fabio dell’adozione internazionale che, lo scorso giugno, li ha portati verso il piccolo Chan Michele, 8 anni. E con lui, ancora colmi di gioia, diventano una splendida famiglia di cinque componenti

“Si è innamorato subito di Rebecca ‘la bella’, la sorella di 12 anni che insieme al fratello Marco di 15 è venuta con noi in Cina. Diciamo comunque che è stato amore a prima vista tra tutti noi!”

Così raccontano Simona e Fabio che lo scorso giugno hanno arricchito la famiglia con l’accoglienza di Chan Michele, 8 anni compiuti da poco, originario di Xenjang, a 600 chilometri da Pechino: la famiglia di Chan è stata la prima, tra quelle di Ai.Bi., a essere state destinate a bambini di questa zona vicina alla Corea.

Qui la nuova famiglia ha soggiornato due settimane, per poi concludere il viaggio, per altre due settimane, a Pechino.
Un bambino vivace, alto, magro, biondissimo perché albino: Chan andava a scuola in Cina e da settembre è iscritto in prima elementare, per iniziare meglio il suo ambientamento con la realtà italiana.
Ogni giorno vediamo come sia veloce ad apprendere – dice il papà – Parla bene l’ italiano, peraltro già da metà agosto cercava di farsi capire con noi. Da quanto stiamo verificando, non aveva un buon ricordo della scuola che frequentava in Cina, ma questo dipendeva secondo noi dalla disciplina un po’ rigida: qui da noi si è trovato davanti maestre comprensive e accoglienti”.

La partenza per la Cina è stata entusiasmante per la famiglia: Marco e Rebecca sono stati preparati all’incontro ma, a quanto raccontano i genitori, “non vedevano l’ora di conoscere il fratello” così che tutti i timori che potevano insorgere all’ultimo minuto sono stati fugati dalla serenità con cui Yuanye ha accolto i nuovi arrivati.

E’ avvenuto tutto in modo molto naturale e tranquillo – ricorda Simona – il bambino ci ha visto, riconosciuto e ci è corso incontro. E’ saltato in braccio a me chiamandomi mamma e abbracciando il papà. Avevamo portato come regalino una scatola di costruzioni: si è messo subito a giocare con i fratelli”. Il cinese, in questo caso, non è stato un ostacolo: la famiglia aveva studiato parole di uso quotidiano e lo stesso Chan, con l’aiuto del traduttore disponibile su vari strumenti informatici, si è sempre fatto capire. In più ha imparato in fretta, tanta era la voglia di comunicare con la sua famiglia.

L’impressione immediata di Simona e Fabio, dunque, è che il bambino sia stato preparato bene dai genitori affidatari con cui ha vissuto: “Sono stati loro ad accompagnarlo all’incontro – dice Fabio – così che abbiamo potuto conoscerli, comprendendo che nostro figlio è stato amato in questi anni in attesa che arrivasse la sua famiglia.
Chan è un bambino vivace e in salute: l’albinismo e il deficit visivo causato dal nistagmo sono problemi sanitari che la famiglia trova gestibili e non così invalidanti.

A dire il vero noi temevamo l’abbinamento con un bambino piccolo! – dice ridendo la mamma – Avendo già crescita due figli sappiamo bene quante esigenze abbia, in termini di energia, un bambino di due o tre anni…anche da parte nostra!”. In più Simona, educatrice che lavora con persone disabili, non era spaventata da problematiche risolvibili o comunque gestibili nella quotidianità.
L’arrivo di Chan casa, in provincia di Milano, è stata una festa che è esplosa dopo mesi di attesa per tutti i parenti: “Al piano di sopra vivono i nonni materni”, dice Fabio e questo per il bambino è un aspetto molto importante per la sua vita di famiglia.

“Chan ha sete di conoscere e capire tutto – concludono i genitori – ; è affettuoso, anche se con i suoi tempi, e ama relazionarsi con tutti. E’ qui da pochi mesi e ha già l’amichetto speciale a scuola”.