Adozioni Congo. Archiviata indagine su Ai.Bi. per totale infondatezza di notizia di reato

Le accuse contro Ai.Bi. sono totalmente infondate. Scritta la parola fine alla stagione dei veleni. Il ringraziamento di Ai.Bi. a famiglie, sostenitori e amici

Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. “Ringrazio a nome dell’Associazione quanti hanno creduto nell’infondatezza delle accuse mosse contro Ai.Bi. e ci hanno dato la forza e la determinazione a continuare, con rinnovato slancio, la strada intrapresa insieme più di 35 anni fa

Nel rispetto delle famiglie e dei minori coinvolti nella vicenda delle adozioni in Repubblica Democratica del Congo, i principali danneggiati, Amici dei Bambini ringrazia e manifesta profonda e immensa gratitudine a quanti, e sono tantissimi, hanno creduto all’infondatezza delle accuse, dimostrando solidarietà, stima e affetto nei confronti di Amici dei Bambini e dei suoi collaboratori.

Fiducia nello svolgimento del delicato ruolo di difesa e tutela del diritto di ogni bambino a vivere e crescere in famiglia, che trova riscontro nella decisione del Tribunale di Milano di procedere con l’archiviazione delle indagini su presunte irregolarità nelle procedure adottive di Amici dei Bambini in Repubblica Democratica del Congo.

Accogliendo la richiesta della Procura di Milano del 2 gennaio 2018, presentata al GIP il 15 febbraio 2018, il decreto di archiviazione del Tribunale di Milano del 5 marzo 2019 ordina l’archiviazione del procedimento di indagine preliminare per “infondatezza della notizia di reato”, pertanto tutte le accuse mosse contro i vertici di Ai.Bi. risultano totalmente prive di qualsiasi fondamento.

Si mette così la parola “fine” alla stagione dei veleni nelle adozioni internazionali in Italia, inaugurata, nel lontano giugno 2014, dall’allora Vicepresidente della Commissione per le Adozioni Internazionali (CAI), Silvia Della Monica, con la strumentalizzazione di vicende legate allo svolgimento delle procedure adottive di alcuni minori provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo, sfociate in un esposto contro Ai.Bi. e all’avvio delle indagini preliminari.


“Il voluminoso esposto, di oltre 600 pagine, presentato dall’allora Vicepresidente della CAI, viene definito dal GIP di Milano ” […] un assemblamento storico e cronologico di atti tradotti dalla lingua francese, privo di un impianto accusatorio preciso e di una concreta formulazione di un’ipotesi di reato a carico degli esponenti di Ai.Bi.”
Altresì, lo stesso GIP, in ben 31 pagine di decreto di archiviazione, in una disamina delle vicende connesse alle accuse rivolte all’ Associazione, chiarisce il ruolo attivo avuto dall’ente autorizzato, e, in particolare, dal presidente Marco Griffini, nell’ “ammonire a gran voce in Italia, nell’interesse dei minori e delle coppie adottandi in Italia, che la condotta posta in essere dalla C.A.I., rischiava di compromettere ogni possibilità di collaborazione con le autorità congolesi e di dar vita ad uno scontro istituzionale a tutto svantaggio degli aspiranti genitori e dei loro bambini“.


Il Tribunale di Milano sottolinea come, nella gestione di parti delle procedure adottive in RDC, la scelta della Presidente della CAI – all’epoca investita, su delega dell’allora premier, anche delle funzioni di Presidente – abbia […] all’evidenza travalicato i propri poteri istituzionali e commesso un abuso di poteregiustamente censurato dalle autorità del paese africano.
Comportamento che – come notato dal GIP in base alle circa 3 mila pagine dei documenti delle indagini -“in concreto non ha certo agevolato il buon esito della vicenda“.
Con il decreto di archiviazione del Tribunale di Milano, cala definitivamente il sipario su un triste capitolo delle adozioni internazionali in Italia che ha danneggiato in primis i minori e le famiglie coinvolte è il commento di Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. A nome dell’Associazione un doveroso e sentito ringraziamento alle famiglie adottive e affidatarie, ai sostenitori a distanza, ai donatori, ai volontari, agli amici, alle aziende, alle associazioni partner e a quanti hanno creduto nell’infondatezza delle accuse mosse contro Ai.Bi. e ci hanno dato la forza e la determinazione a continuare, con rinnovato slancio, la strada intrapresa insieme più di 35 anni fa”.
Il presidente, il consiglio direttivo e gli operatori dell’Associazione Amici dei Bambini