Quando mio marito e io abbiamo deciso di intraprendere la strada dell’affido abbiamo sicuramente fatto un errore di valutazione pensando che non sarebbe stato poi così tanto complicato gestire un piccolo di 18 mesi, Oggi, dopo ben un anno di affido, ci siamo resi conto di quanto sia difficoltoso.
Non tanto dal punto di vista fisico ma sicuramente da quello delle emozioni.
A oggi, dentro di me c’è un “minestrone” di emozioni che vanno dalla gioia alla tristezza, dalla rabbia alla felicità, dallo sconforto all’emozione per i piccoli passi in avanti.
E ancora di più c’è un conflitto interno su come devo essere mamma con questo bambino: mamma-mamma o mamma-in affitto come dico io…

Perché quelle volte che subentra la mamma-mamma mi sento poi spaventata dall’aver creato in lui aspettative che però non sono reali… Non voglio che si senta tradito dal mio essere stata mamma con lui, ma è così piccolo che non è facile affrontare certi discorsi complessi.
Penso che sia proprio la questione del tradimento che mi spaventa… Forse perché so come ci si sente quando si viene traditi da persone che eravamo sicuri al 100% che ci amassero e che sarebbero state con noi per sempre.
Lui questi “tradimenti” li ha già vissuti e io non voglio essere quella che lo farà per l’ennesima volta.
Eppure, molte persone intorno a me mi rassicurano su questo, perché mi dicono che quando verrà il giorno in cui conoscerà la sua mamma e il suo papà lui saprà che sono loro e andrà senza problemi.
Ma non riesco a “crederci” perché, se è sicuramente vero per un bambino che ha vissuto in una comunità, come lo può essere per un bambino che ha vissuto in una famiglia?

L’amore che ha respirato il primo è un “amore di passaggio” educatori che vanno e vengono e ognuno con la sua modalità; il secondo invece, a mio parere, ha vissuto intensamente l’amore di una famiglia e allora come farà?
Mille interrogativi che non trovano risposta… bisognerà ancora attendere prima di vedere se effettivamente l’amore di una MAMMA prevarrà su quello che gli ho potuto dare io!