Quando si scopre per caso di essere stati adottati: un romanzo che diventa realtà

In uscita l’8 novembre, a firma di Davide Grittani, il romanzo “La rampicante”, è una storia d’adozione e di scoperte, che non solo racconta del giovane  Riccardo e del suo scoprire, per caso, di essere stato adottato; ma soprattutto è una storia di resilienza e di accettazione del cambiamento; un romanzo che scava nei sentimenti degli uomini per analizzarne rapporti , relazioni e coraggio

Segue integralmente articolo de “Il Foglio”  a firma di Giulia Ciarapica

“Da qui non si emigra, ci si sposta”, scrive Davide Grittani nelle pagine iniziali del suo terzo romanzo, “La ram­picante”, in uscita 1’8 novembre per Libe­rAria. Sì, ma dov’è questo “qui”? E’ nelle Marche, nello specifico a Sant’Elpidio a Mare, luogo silente e coriaceo, quasi marmoreo nella sua idea di resilienza. In un territorio come questo, semidimenti­cato dai più – soprattutto in termini lette­rari -, accade una storia che non è soltan­to vicenda romanzata ma che è realmen­te accaduta agli inizi degli anni 90, e ha come protagonista Riccardo Graziosi, un giovanotto di cui Grittani ricostruisce con grande empatia gli anni che vanno dai quindici ai trenta.

E’ 1’11 settembre del 2001 – sì, esatta­mente quell’U settembre lì – quando Riccardo, nel pieno dell’adolescenza- la fase più delicata della vita, la più in­stabile, la più “bastarda” – scopre per caso di essere stato adottato. Nessuno gliel’ha mai detto, i genitori, Cesare Graziosi e sua moglie Giovanna, non ne avevano mai fatto parola con il ragazzo, eppure la realtà era evidente: lui non apparteneva di natura a quella che fino a oggi aveva chiamato famiglia.

Il tem­po passa, il dubbio resta ma la certezza non c’è ancora, tutti negano e nessuno vuole assumersi le proprie responsabi­lità; Riccardo cresce, arrivano gli anni del lavoro nella ditta di famiglia, un’a­genzia che rappresenta tutti i calzaturi fici della zona, arriva Sara, la compa­gna con cui condividerà un apparta­mento e il desiderio di diventare geni­tore, ma soprattutto arriva una bambina speciale nella vita di Riccar­do, Edera, la figlia della “scema” del paese. Edera soffre di paracusia, un di­sturbo a causa del quale la ragazzina sente delle voci immaginarie nella pro­pria testa. Il percorso che Riccardo compirà alla ricerca del proprio passa­to sarà accompagnato non solo dalla pic­cola Edera, ma anche da una serie di ine­vitabili coincidenze che lo porteranno dritto alla soglia della verità, quella veri­tà che ha cercato per trent’anni e con la quale, prima o poi, sarà costretto a fare i conti. 

Quello di Grittani è un romanzo dal titolo evocativo, simbolico, che denun­cia fin da subito l’idea di resistenza che è alla base della storia di Riccardo. Molte le tematiche analizzate dall’autore, alcune approfondite in modo quasi doloroso: una su tutte è quella delle re­lazioni umane, e nello specifico del rapporto tra padre e figlio, proprio co­me quello che c’è tra sor Cesare e Ric­cardo. Un legame, il loro, complicato, difficile, che non nasce da un fatto natu­rale ma da un atto giudiziario: non sono biologicamente padre e figlio, sono piut­tosto due uomini che cercano di ritrova­re se stessi in un’altalena continua di amore e odio, di risentimento e di affet­to, di rimorsi e di rimpianti. Ed è così che ci si sente, quando si è figli senza esserlo davvero: figli di chi, dunque? Appartenenti a quale famiglia? Cos’è, la famiglia?

L’adozione non è solo un fatto, è e dovrebbe essere prima di tutto un sentimento, un atto d’amore incon­dizionato. E parlando proprio di legami, a tenere uniti i personaggi del libro ci sono sicuramente le piante, simbolo di resilienza e di rinascita, così come il concetto di rinascita – fondamentale al­l’interno del romanzo – si palesa anche nell’espediente della donazione degli organi, uno dei temi più importanti e de­licati affrontati da Grittani: la vita che nasce nuovamente da altra vita attraver­so la morte, il latente e fors’anche incon­scio senso di colpa di chi resta, ancora in piedi nel bel mezzo dell’esistenza, dopo aver afferrato il destino per il lembo del­la giacca. Un romanzo coraggioso per anime fragili.