Un vuoto da riempire

“Quindi, se non fai pace con lo spazio vuoto dentro di te, niente potrà mai davvero riempirti”

Questo blog inizia così, con questa frase che ho trovato sul web è che mi ha subito colpito. Credo, anzi, sono convinta, che molta rabbia che provano i figli adottivi sia dovuta a questo spazio che li divora dentro e che in tutti i modi cercano di riempire (cibo, droga, alcool). Ma che rimane sempre vuoto.
Non è facile vivere con questa sensazione… è un po’ come quando si ha fame e si sgranocchia qualcosa per riempire quel buco.
Ma qui non si tratta di un piccolo buco da colmare, qui si tratta di una voragine che divora da dentro chi ancora non ha fatto pace con questo spazio vuoto ma, soprattutto, con il suo passato.
Se non si fa pace con questo vuoto… non si può vivere!
E non è facile rielaborare la propria storia e perdonare chi ci ha messo al mondo e ci ha tradito… è un percorso lungo che a volte non finisce mai. Ma, almeno, almeno mattone su mattone, riempie quel buco.
Se si vuole colmare quello spazio occorre iniziare a pensare alla nostra adozione, all’essere stati adottati, come una salvezza; occorre iniziare a pensare a chi ci ha messo al mondo come colei che, per amore, ci ha donato.
È stato un percorso difficile anche per me, soprattutto nell’adolescenza dove tutto è brutto, dove le diversità vengono a galla e ci si trova faccia a faccia con il proprio passato e da lì non si può scappare, occorre affrontarlo a muso duro!

È una forte lotta interiore che qualcuno vince e qualcuno perde… chi è forte c’è la fa, chi è debole soccombe a questo vuoto e viene divorato.
Io ne sono uscita dopo aver vissuto le mie gravidanze perché, tutte e quattro, a loro modo, mi hanno aiutato a empatizzare con chi mi ha donato la vita e, grazie a questo, quel vuoto oggi è pieno e non fa più paura.