Covid e lockdown: i disturbi alimentare colpiscono ragazzi sempre più giovani

A lanciare l’allarme è la pediatra Elena Bazzola, che mostra come le restrizioni imposte dalla pandemia e la mancanza di socialità abbiano acuito i disturbi alimentari nei ragazzi, facendo scendere l’età in cui iniziano a manifestarsi

È una situazione allarmante quella che esce dalle parole della dottoressa Elena Bazzola, pediatra dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma e Segretaria Nazionale della Società Italiana di Pediatria, nell’intervista rilasciata al quotidiano la Verità.

I disturbi alimentari colpiscono i giovanissimi

Una situazione che mostra come la pandemia e le relative restrizioni abbiano non solo acuito i disturbi degli adolescenti, specie quelli alimentari, ma abbiano anche fatto scendere notevolmente l’età nella quale iniziano a manifestrasi. Il caso che riporta è quello di una bambina di 9 anni, arrivata al pronto soccorso con la madre perché aveva iniziato a rifiutare del cibo.

Ma questo non è che un esempio, perché i reparti del Bambin Gesù, segnala la dottoressa: “Si stanno riempiendo di giovanissimi, anche di 9 – 10 anni, che manifestano disturbi alimentari”. Sono gli effetti delle prolungate chiusure, della mancanza di attività fisica e di occasioni di incontro e socialità con i coetanei.

Una situazione preoccupante destinata a non scomparire con la fine del lockdown

Ed è una situazione che, purtroppo, non scomparirà con la fine del lockdown in maniera automatica. “Chi ha sofferto di disturbi alimentari – sottolinea Elena Bazzola – rischia di avere difficoltà nella crescita, problemi di anemia, di bassi dosaggi di vitamina e problemi legati al ciclo mestruale”. La ripresa, insomma, sarà lenta e graduale, con i giovanissimi che dovranno ritrovare confidenza anche con l’attività fisica, i cui benefici sono ben noti anche sotto questo punto di vista.

Come Società Italiana di Pediatria, la situazione è monitorata e gli ultimi numeri parlano di 2 milioni di adolescenti con disturbi di alimentazione, mentre, come detto, l’età si è abbassata tra gli 8 e i 12 anni.
A breve verranno pubblicati i risultati definitivi, ma le premesse possono già bastare per capire che di un’emergenza vera si tratta.