Perché è così difficile per un genitore educare il figlio all’uso corretto dello smartphone?

Dobbiamo spiegare ai figli che il cellulare è uno strumento di comunicazione, non un diritto inalienabile”.

 I ragazzi e purtroppo a volte anche gli adulti, passano gran parte del loro tempo libero con gli occhi fissi sullo schermo del proprio smartphone. Un’abitudine certo non sana, che potrebbe, in alcuni casi creare una vera e propria dipendenza.

Come fare allora per cercare di educare nostro figlio a gestire il proprio rapporto con gli strumenti digitali senza esserne sopraffatto?

Stabilendo regole nell’utilizzo del cellulare, ad esempio, o aiutandolo a sviluppare una maggiore resistenza alla “frustrazione” derivante dall’impossibilità immediata di poter soddisfare ogni singolo desiderio.

Ecco qualche spunto preso da un articolo di Aleteia a firma di Olivia de Fournas, che riporta le considerazioni dello psicoterapeuta Didier Pleux, autore di “Sviluppare il self-control nei figli”.

Vediamole insieme.

Cos’è la frustrazione e perché per alcuni genitori è un sentimento così negativo?

“La frustrazione è semplicemente dire: ‘Non posso fare sempre tutto quello che voglio’ e ‘Non ci sono solo io’” racconta Aleteia ma per alcuni genitori imporre limitazioni è veramente difficoltoso. Dobbiamo invece imparare che imporre dei  ragionevoli divieti ai nostri figli, per il loro bene, per farli crescere, non vuol dire castrare un loro desiderio -“Dobbiamo spiegare ai figli che il cellulare è uno strumento di comunicazione, non un diritto inalienabile”.

Se un figlio è più fragile o è facilmente influenzabile, se “senza la mediazione degli adulti, si reca su siti dove tutto è immediato e gioca ai videogiochi per ore e ore, alla ricerca di un principio di piacere anche questo immediato. Se il giovane abusa o naviga su siti vietati ai minori, perché lasciargli usare il cellulare?” sottolinea Aleteia- anche se la tendenza generale deve essere l’empatia e la comprensione, in alcuni casi i genitori possono avere il diritto di “dispiacere” il proprio figlio, per il suo bene e per la sua crescita.

Qualche piccolo consiglio…

Come fare per educare i ragazzi all’uso corretto dello smartphone?

Proviamo ad esempio a stilare un “codice di buona condotta in famiglia”, suggerisce Aleteia, nel quale sia regolamentato anche l’uso del cellulare: “Dare il cellulare a volontà implica la capacità di autoregolamentazione, ma un bambino di 11-12 anni abbandonato a sé stesso andrà necessariamente su un sito intelligente? Le sollecitazioni sessuali, ad esempio, sono numerose su Internet, e i coetanei malintenzionati sono felici di spiegare ai novizi come connettersi a tali siti”.

Importante è poi  iniziare fin da subito a dare delle regole ai nostri figli.

Aiuta a casa, partecipa ai pasti, si occupa del suo bucato? Se non ha orari regolari, non ha compiti da fare e viene a tavola quando vuole, come potrebbe accettare improvvisamente una totale privazione del cellulare? I genitori devono insegnare al figlio il principio di realtà e il senso dello sforzo, da regolare in base all’età” – continua il web magazine – Se un bambino non è abituato a ritardare il piacere, la sua corteccia cerebrale, cioè la sua intelligenza razionale, si indebolisce. Travolto dal piacere immediato, incapace di resistervi, diventa allora più incline a sviluppare una dipendenza”.

Insomma smarthpone si ma controllato . Anche lo psichiatra Serge Tisseron è d’accordo e come riporta Aleteia, raccomanda di vietare Internet prima dei 9 anni e i social network prima dei 12 anni, e dopo, darli a piccole dosi.

Ricordiamoci infine di dare il buon esempio. Se anche in famiglia mamma e papà passano ogni momento libero attaccati allo schermo come si potrà pretendere che lo facciano anche i nostri figli?