Archiviata l’inchiesta su Ai.Bi. Griffini ad Avvenire “La fine di un incubo”

Marco Griffini intervistato da Luciano Moia per Avvenire “E’ la fine di un incubo. Ma quanto ci è costato”

La fine di un incubo che da quasi sei anni ci ha sconvolto la vita. E ha reso quasi impossibile a noi lavorare e alle nostre famiglie proseguire in modo sereno il percorso adottivo. Ma ci rendiamo conto cosa significa per un ente che si occupa di adozione internazionale andare avanti con il sospetto di rubare i bambini, di comprarli in Africa per poi rivenderli in Italia?” –  è il commento di Marco Griffini, fondatore e presidente di Ai.Bi., intervistato da Luciano Moia per Avvenire sul decreto di archiviazione del Tribunale di Milano che il 5 marzo scorso ha dissolto ogni dubbio.

L’archiviazione per “infondatezza della notizia di reato” ordinata dal Tribunale di Milano è una conferma di quanto Ai.Bi. ha sempre sostenuto e di quanto hanno raccontato subito le stesse autorità del Congo.

Nelle 600 pagine di accuse messe insieme dalla precedente responsabile della CAI, Silvia Della Monica, nei confronti di Ai.Bi, non c’è nessuna notizia di reato. Nonostante una serie di lunghissime accuse mosse contro Ai.Bi., la CAI, che tra i suoi poteri ha quello di sanzionare e anche sospendere gli enti, di fatto, non ha mai preso alcun provvedimento nei confronti dell’ente.

Un’incongruenza palese anche per gli inquirenti che hanno ordinato l’archiviazione “infondatezza della notizia di reato”.

Se davvero avessimo collezionato tutti questi crimini, sarebbe stato urgente sospendere la nostra attività”- spiega Marco Griffini – “ Ma questo la CAI non l’ha mai fatto”.

Che idea si è fatto di tutta questa storia? – domanda Moia. “Si sono fatte tante ipotesi ma tutto appare assurdo. Si dice che ci fosse un progetto per azzerare tutto il mondo delle adozioni. Ma sono cose che non stanno in piedi” – è la risposta di Griffini che continua “Ci occupiamo di adozione da 40 anni. Abbiamo lavorato bene con centinai e centinaia di famiglie che ci conservano amicizia e gratitudine. Siamo contenti soprattutto per loro e per tutte le coppie che potranno continuare a guardare all’adozione come un percorso possibile.

Andiamo avanti con fiducia. Nessuno ha rubato bambini” – conclude Griffini.

Fonte Avvenire