Insomma su questa terra siamo in troppi o troppi pochi ? La Cina spinge per il secondo figlio

La Cina e i bonus per la natalità: dalla politica del figlio unico agli incentivi che contrastano l’avanzare di una popolazione fin troppo anziana. Resta l’interrogativo: non c’era allarme sovrappopolazione mondiale? Tutte menzogne? La scienza risponde…

Risale al 1798, il primo allarme demografico, lanciato dell’economista inglese Thomas Malthus: in un sistema finito come il Pianeta Terra, dove la crescita demografica avviene in progressione geometrica mentre le risorse crescono in maniera aritmetica, l’impoverimento della popolazione è un fenomeno irreversibile, a meno che uno stretto controllo della natalità fermi il dilagante boom demografico.
Dal 1798 al 2018, scienziati, economisti e demografi si sono interrogati sulla veridicità della correlazione ottocentesca: affermazioni riprese, smentite, riprese nuovamente e smentite duramente, la domanda resta ancora: siamo troppi sulla Terra?

Gli organismi internazionali non hanno mancato l’appuntamento con la domanda: le conferenze di Bucarest (1974), Città del Messico (1984) e de Il Cairo (1994) furono le decennali scadenze che l’ONU organizzò per discutere dell’andamento demografico e sue correlate criticità: povertà, cambiamento climatico, profughi e condizione femminile a cui un controllo sulle nascite sembrava la risposta ovvia al sovraffollamento mondiale.

La “Population Bomb” (1991) di Paul Ehrlich  aggiungeva:  “la battaglia per nutrire l’umanità è persa, centinaia di milioni di persone moriranno di fame e il  tasso di mortalità aumenterà nei decenni a venire”… insomma, siamo troppi!
Non troppo lontana è la denuncia della FAO la cui stima più ottimistica è che entro il 2050 la quantità di acqua a disposizione di ogni singolo individuo scenderà del 73%.

Eppure… risale al 19 luglio l’annuncio del governo cinese sul lancio di bonus fiscali e sociali per stimolare le nascite. A causa di una popolazione troppo anziana, il decreto propone: congedi di maternità fino a 158 giorni, congedi di paternità, ricompense monetarie e distribuzione di pappe per neonati a base di latte fino al raggiungimento di 3 anni d’età del bambino. 

Una Cina che chiede più nascite contro un allarme demografico smentito, nel 2015 dall’allarme sulla crisi della natalità lanciato da Wall Street Journal, il maggior quotidiano al mondo di affari e finanza.  Attraverso una serie di grafici interattivi, l’articolo dimostra infatti che la popolazione in età lavorativa delle economie sviluppate registrerà un segno meno, e “entro il 2050 si ridurrà del 5 per cento”. La popolazione in età lavorativa diminuirà del 26% in Corea del Sud, del 28% in Giappone, del 23% in Italia e Germania.

Dov’è la verità?

Joel Cohen, ricercatore demografico della Rockfeller University di New York, spiega che non è affatto vero che la popolazione sta crescendo in modo esponenziale anzi sta crescendo con un tasso che è all’incirca la metà di quello che si registrava fino al 1965.

Oggi ci sono circa 7,3 miliardi di abitanti nel mondo, che dovrebbero diventare 9,7 miliardi entro il 2050.